Peschiera Borromeo, Piano Attuativo del data center Microsoft nell'area dell'ex Postalmarket a San Bovio, la critica di AVS

Le osservazioni ufficiali depositate da Alleanza Verdi Sinistra denunciano criticità ambientali, un consumo di risorse spropositato, oneri minimi per il Comune e mancanza di compensazioni adeguate

L’area ex Postalmarket, destinata a ospitare un nuovo e imponente data center della Microsoft, è al centro di un acceso dibattito. Le osservazioni (SCARICA IL PDF) presentate ufficialmente dal capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra (AVS) in Consiglio comunale, Franco Brioschi, puntano il dito contro un progetto definito insostenibile per il territorio, accusato di non rispettare standard di sostenibilità, trasparenza e compensazione economica. Il documento depositato è frutto di uno studio approfondito della sezione locale del partito, che evidenzia in modo dettagliato le carenze strutturali e amministrative del piano attuativo.

Gli oneri previsti: oltre 8 milioni di euro, ma il Comune ne riceverà solo 2

Uno dei punti più polemici riguarda la gestione degli oneri urbanistici legati al progetto, che complessivamente ammontano a 8.337.500 euro. La cifra include: «4.554.000 euro per gli oneri di urbanizzazione primaria, 1.783.500 euro per gli oneri di urbanizzazione secondaria e 2 milioni di euro come contributo per il costo di costruzione». Tuttavia, di questa somma il Comune riceverà direttamente solo 2.046.015 euro, una parte considerata insufficiente rispetto all’impatto che l’infrastruttura avrà sul territorio. Secondo AVS, la mancata negoziazione tra l’amministrazione e il proponente rappresenta una grave perdita di opportunità. 

L’assenza di ulteriori investimenti viene definita una «scelta miope e dannosa». Le osservazioni sottolineano che le risorse eccedenti potevano essere utilizzate per affrontare problematiche reali del territorio, come la manutenzione della viabilità o la creazione di infrastrutture energetiche sostenibili.

Aree agricole conteggiate come standard: una violazione della normativa

Il documento evidenzia un altro aspetto controverso: il computo delle aree standard. Parte delle aree indicate come spazi verdi a compensazione del progetto sono in realtà terreni agricoli già vincolati e non edificabili. 

Secondo AVS, sarebbe stato necessario destinare nuove aree alla realizzazione di parchi pubblici, piste ciclabili o strutture sportive, per garantire un effettivo beneficio alla cittadinanza. 

Camini alti 20 metri: un impatto visivo e ambientale senza mitigazioni

I camini di aerazione previsti dal progetto, alti oltre 20 metri, rappresentano un ulteriore elemento di forte impatto sul territorio. Secondo il documento, «queste strutture sono destinate all’espulsione dell’aria calda generata dalle apparecchiature del data center, ma non saranno dotate di filtri avanzati per limitare le emissioni».

Le osservazioni denunciano che l’assenza di sistemi di mitigazione potrebbe contribuire a un peggioramento della qualità dell’aria e a un aumento delle temperature locali, stimato tra i 2 e i 3 gradi nelle immediate vicinanze. Inoltre, l’impatto visivo di queste strutture è stato definito problematico poiché altereranno in modo permanente il paesaggio della zona.

Consumo idrico: oltre 36 milioni di litri d’acqua all’anno

Il consumo idrico previsto per il funzionamento del data center è un altro elemento preoccupante. Secondo il documento, «l’infrastruttura richiederà 100.000 litri d’acqua al giorno, equivalenti a 36 milioni di litri l’anno». Una quantità definita «insostenibile» in un contesto di crisi climatica e scarsità idrica.

Le osservazioni sottolineano che «non sono previsti sistemi per il recupero o il riutilizzo delle acque reflue», una mancanza che aggrava ulteriormente l’impatto del progetto sulle risorse naturali.

Consumo energetico: 90 MW per un progetto che sovraccarica la rete

Sul fronte energetico, il fabbisogno stimato del data center è di 90 MW, una quantità equivalente al consumo annuo di 75.000 famiglie italiane. Inoltre, non sono previste soluzioni per l’autoproduzione energetica attraverso fonti rinnovabili, come pannelli solari o impianti eolici.

Inquinamento acustico: un impatto sottovalutato

Un altro elemento critico riguarda l’inquinamento acustico. «I livelli di rumorosità stimati superano i 70 decibel durante le ore di maggiore attività, rendendo il progetto incompatibile con le aree residenziali adiacenti», specifica il documento. Le osservazioni chiedono misure concrete per ridurre il rumore, come l’installazione di barriere fonoassorbenti e tecnologie avanzate per la mitigazione.

Ecco i 15 punti finali della sezione OSSERVAZIONI del documento.

  1. Aggiornamento dei valori tabellari: Si richiede una revisione dei valori tabellari utilizzati per il calcolo degli oneri, al fine di adeguarli ai parametri attuali e rendere la contribuzione più equa rispetto all’impatto del progetto.
  2. Riequilibrio tra oneri primari e secondari: Si suggerisce di aumentare gli oneri destinati alle urbanizzazioni secondarie, garantendo maggiori risorse per servizi alla collettività.
  3. Individuazione puntuale delle opere: Le opere previste devono essere dettagliate con chiarezza, specificando finalità, costi e tempi di realizzazione.
  4. Aree agricole non computabili come standard: Terreni agricoli non edificabili non possono essere utilizzati per soddisfare i requisiti di standard urbanistici.
  5. Piano delle compensazioni ambientali: Si richiede l’elaborazione di un piano che garantisca reali compensazioni per gli impatti sul territorio, come la creazione di nuove aree verdi.
  6. Riduzione dell’impatto acustico: Necessità di barriere fonoassorbenti per mitigare il rumore prodotto dall’attività del data center.
  7. Sistemi di filtraggio per le emissioni: Installazione obbligatoria di tecnologie avanzate per ridurre le emissioni atmosferiche dai camini di aerazione.
  8. Recupero delle acque reflue: Implementazione di un sistema per il riutilizzo delle acque, al fine di ridurre il consumo idrico giornaliero stimato.
  9. Piano energetico sostenibile: Si propone l’uso di pannelli fotovoltaici e altre fonti rinnovabili per coprire parte del fabbisogno energetico del data center.
  10. Coinvolgimento della cittadinanza: Organizzazione di consultazioni pubbliche per garantire trasparenza e ascoltare le opinioni dei cittadini.
  11. Studio dell’impatto paesaggistico: Valutazione dell’impatto visivo delle strutture previste e interventi di mitigazione per migliorare l’integrazione nel contesto locale.
  12. Miglioramento della viabilità: Piano di intervento sulla rete stradale per prevenire criticità legate all’incremento di traffico.
  13. Investimenti in mobilità sostenibile: Creazione di percorsi ciclabili e incentivi per il trasporto pubblico.
  14. Monitoraggio costante: Si richiede un sistema di monitoraggio continuo per verificare il rispetto delle normative ambientali ed energetiche.
  15. Visione strategica complessiva: Il progetto deve essere integrato in una pianificazione territoriale a lungo termine, che valorizzi il territorio e ne rispetti le peculiarità.

Conclusioni: un appello alla revisione del progetto

Le osservazioni di AVS concludono chiedendo una revisione radicale del progetto.