Giorno del Ricordo, le Istituzioni commemorano la tragedia delle foibe come mai prima d'ora. Giustficazionismo? Ancora una piaga da debellare

A parlare pubblicamente degli orrori subiti dagli italiani esuli dalla Jugoslavia titina sono stati il Capo dello Stato Mattarella e molte altre istituzioni locali e nazionali. Ricordo commosso anche in Regione Lombardia

Alcuni momenti delle celebrazioni nel Giorno del Ricordo tenute il 10 febbraio 2021

Alcuni momenti delle celebrazioni nel Giorno del Ricordo tenute il 10 febbraio 2021

Dopo 17 anni dalla promulagazione della Legge n. 92 del 30 marzo 2004, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 86 del 13 aprile 2004, con la quale è stata istituita la commemorazione del “Giorno del Ricordo”, in memoria delle vittime delle Foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, questo 10 febbraio 2021 segna uno spartiacque nella commemorazione di questa Giornata. Grazie alla strada segnata dalla Presidenza della Repubblica che in questi anni ha sostenuto la Legge dello Stato con tutte le sue forze, quest'anno anche la tv di stato, finalmente ha dedicato una imponente programmazione alla tragedia del popolo italiano per 57 anni, tenuta nascosta e ridotta al silenzio.

«Un’orrore che colpisce le nostre coscienze», ha sottolineato quest'anno il Capo della Stato Sergio Mattarella, leggendo il messaggio attraverso il quale ha ricordato «le sofferenze, i lutti, lo sradicamento, l’esodo a cui furono costrette decine di migliaia di famiglie nelle aree del confine orientale, dell’Istria, di Fiume, delle coste dalmate sono iscritti con segno indelebile nella storia della tragedia della Seconda Guerra Mondiale e delle sue conseguenze».

10 febbraio, una giornata speciale in cui commemorare e ricordare gli orrori e le stragi a cui furono sottoposi migliaia di italiani. La loro colpa? Semplicemente, appunto, essere italiani e trovarsi nel momento sbagliato nel luogo sbagliato, ovvero in quella Jugoslavia che Tito e i suoi partigiani comunisti avevano liberato in proprio dal nazifascismo. In virtù di questo effettivo merito storico, i comunisti balcanici si sentirono in diritto di costituire una nazione esclusivamente slava e gli stranieri, in primis italiani giuliano-dalmati, furono privati dei propri averi e cacciati dalla terra che per anni era stata a propria casa. Il tutto avvenne tra minacce, stragi e massacri di cui le foibe restano a eterno monito di quegli orrori.

Anche se in occasione del 10 febbraio, sono state molte le commemorazioni in giro per l’Italia, purtroppo alcune polemiche e reticenze che puntano a lasciar passare sotto traccia quel che avvenne in Jugoslavia al termine della Seconda Guerra Mondiale, hanno lasciato ancora qualche ombra, e parecchi malumori.
Sul banco degli imputati la recente uscita del libro edito dalla casa editrice La Terza intitolato "E allora le Foibe?"  scritto da Eric Gobetti e alcune dichiarazioni dell'Anpi.

«La tragedia delle Foibe è una storia italiana, una storia di tutti, non un ricordo di parte da interpretare e cercare di delegittimare. Gobetti sta tentando un'operazione ai limiti del negazionismo: ci sono foto che lo ritraggono di fronte monumenti in onore dei partigiani titini massacratori di italiani con indosso magliette con il viso di Tito. Laterza era a conoscenza di questi inquietanti aspetti del sedicente 'storico' nostalgico di Tito? Operazioni editoriali come quella di Eric Gobetti, osannata dalla sinistra estrema, dall'Anpi e di chi cerca facili vie al giustificazionismo, sono inaccettabili e minano lo spirito stesso della commemorazione: Fassino, Violante, Napolitano, nonostante la propria storia politica, hanno condiviso la memoria, nell'ottica della pacificazione nazionale». Lo affermano Federico Mollicone e Paola Frassinetti deputati Fdi componenti della commissione Cultura.

«È il momento di dimostrare che alle parole seguono i fatti - ha scritto in un tweet il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana -. Dopo che l'Anpi Brescia ha scritto che ‘Basovizza non è tecnicamente una foiba, ma un pozzo minerario abbandonato’ mi aspetto che intervengano tutte le forze politiche e l’Associazione Nazionale Partigiani d'Italia a condannare questo rigurgito di negazionismo. Sarebbe un segnale davvero importante soprattutto per le nuove generazioni, che devono avere ben chiaro quello che è successo».

A Palazzo Lombardia, presso la sede regionale di Milano, si è tenuta la premiazione di un concorso scolastico sul tea appunto delle foibe. A intervenire tra i primi è stato L'assessore regionale alla Sicurezza, Immigrazione e Polizia locale, Riccardo De Corato, su delega del Presidente Attilio Fontana il quale ha dichiarato che finalmente «a distanza di parecchi anni da quei massacri, lo scorso ottobre è stato inaugurato a Milano, in piazzale della Repubblica, un monumento dedicato ai martiri delle foibe. Per me l'inaugurazione è stata un momento importante con la quale si è concluso un percorso iniziato nel 2010, quando ricoprivo la carica di vicesindaco di Milano». De Corato ha quindi ricordato che «Il Consiglio della Regione Lombardia si è mosso concretamente in questo senso e, a seguito dell'istituzione nel 2004, con legge dello Stato, del giorno del ricordo, nel 2008, ha ritenuto di andare oltre prevedendo, con una legge regionale, la promozione ed il sostegno di attività dirette a diffondere e valorizzare 'il patrimonio storico, culturale e politico della memoria del martirio e dell'esodo giuliano-dalmata-istriano'.»

L' Assessore regionale alla sicurezza , ha anche partecipato ad una commemorazione presso i giardini “Norma Cossetto” di Milano, ha  richiamato la storia di Norma e ha concluso con l’auspicio che il debito di 4,2 miliardi di euro che lo Stato ha con gli esuli trovi una risoluzione e che venga finalmente tolta a Tito l'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana datagli nel 1969 da Saragat.

Franco Lucente capogruppo di Fratelli d'italia in regione ha scritto al Presidente del Consiglio regionale affinchè il professor Piero Tarticchio esule istriano che ha avuto sette familiari infoibati, e autore del monumento ai Martiri delle Foibe di piazza della Repubblica sia invitato a prendere parte all'assemblea aregionale per portare la sua testimonianza.

Il Presidente del Municipio 2 di Milano Samuele Piscina ha fatto pervenire alla Giunta Sala la richiesta di intitolare i giardini di Piazza Istria ad Don Angelo Tarticchio,  parrocco di Rovigno zio di Piero Tarticchio infoibato nel 1943 dai comunisti titini.

Posizione netta è stata presa anche dalla segreteria regionale del Movimento 5 Stelle: «Odio, razzismo e negazionismi sono ancora oggi pericoli per la società. Per questo oggi ricordiamo»