Peschiera: “Quella multa non andava fatta”, vede riconosciute le sue ragioni dal Giudice solo dopo 18 mesi, grazie ad uno stratagemma del figlio

Il calvario di una cittadina fra burocrazia e mala amministrazione per l’annullamento di una multa di 41 €

La nuova segnaletica stradale corretta

La nuova segnaletica stradale corretta Spostata all'inizio della via e non insieme al cartello che regolamenta il parcheggio, pochi metri più in là

La contravvenzione

La vicenda che 7giorni si appresta a raccontare risale all’estate del 2013 quando una cittadina peschierese, Filomena Tenore, trova sulla sua automobile una multa. È martedì 4 giugno 2013 e sulla Smart della signora, parcheggiata a Peschiera Borromeo in via Gramsci , all’altezza del numero 6, vi è un preavviso di accertamento di infrazione al divieto di sosta per lavaggio strade. L’orario segnalato è quello delle 09:23 e nello specifico viene segnalata dalla Polizia locale una sosta irregolare che contravviene l’Art. 7 del Codice della Strada, una banale sosta vietata in un posto in cui vige divieto per pulizia della strada, per un totale di 41€. Fino a qui, niente di strano. Peccato che il cartello di divieto di sosta che riporta il giorno (martedì) e l’orario di attività lavaggio strade (dalle 9.00 alle 11.00) sia collocato  dopo il parcheggio in cui ha sostato la signora Filomena.  Nel tratto di strada precedente, ove ha effettivamente parcheggiato la signora, dovrebbe fare fede il cartello precedente che indica la pulizia delle strade lo stesso giorno (martedì) ma in un diverso orario (dalle 07.00 alle 08.00). La signora Filomena è convinta quindi di poter chiedere l’annullamento della sanzione, non sapendo che questo le costerà molto più tempo ed energie di quanto immagina.

Una immagine da Google Maps del 2013

Una immagine da Google Maps del 2013 Il cartello di divieto di sosta per lavaggio strade è installato insieme al cartello del disco orario

La richiesta di annullamento alla Polizia Locale

È il 15 luglio 2013, e la cittadina peschierese scrive dunque al Comandante della Polizia locale di Peschiera Borromeo: «Devo segnalare – scrive – che il verbale […] ad oggi non ancora pervenuto via posta è sbagliato in quanto la mia auto era parcheggiata in via A. Gramsci adiacente al bar prima del cartello di divieto di sosta indicante l’orario dalle 09,00 alle 11,00. Provenendo da via Edmondo De Amicis il cartello indicante attività di pulizia strada riporta orario dalle 07.00 alle 08.00 e pertanto proseguendo fino in via Gramsci la mia auto era posizionata in modo corretto in quanto sostava nel parcheggio tra il bar ed il nuovo cartello. Pertanto […] le chiedo di annullare con modalità di autotutela la sanzione [….]». Vengono allegate alla missiva numerose fotografie a testimonianza di ciò che vi è scritto.

Nessuna risposta, scatta il sollecito

La richiesta della signora però viene ignorata per mesi tanto che, il 4 settembre 2013, Filomena si trova costretta a sollecitare gli uffici della Polizia locale inviando l’atto di costituzione in mora e la diffida ad adempiere. A questo punto, tempo una manciata di giorni, il 16 settembre 2013 arriva la risposta del Comandante Giuliano Semeraro: «Sono con la presente a renderla edotta che ai sensi dell’art. 203 del c.d.s., ella potrà far valere le sue ragioni unicamente inoltrando formale ricorso al Prefetto della Provincia di Milano, o in alternativa al Giudice di Pace di Milano (art. 204 bis), in coerenza con quanto contenuto nel verbale di contestazione di che trattasi».
Insomma, la palla viene passata al Prefetto. Se la Polizia locale sia uscita o meno in loco per un sopralluogo al fine di verificare il posizionamento della segnaletica stradale, non è dato saperlo.

La comunicazione con tutte le foto , il sollecito e la risposta e il ricorso

multa-ricorso-foto.pdf

Il Prefetto rigetta il ricorso

Il ricorso al Prefetto di Milano viene fatto dalla signora Filomena il 3 ottobre 2013. Bisognerà aspettare il 2 dicembre 2013 per la risposta (protocollata dal Comune di Peschiera il 16 gennaio 2014 e il giorno seguente dagli uffici della Polizia locale) del viceprefetto Chiodi, incaricato dal Prefetto di seguire il caso, che rigetta il ricorso ritenendo che “le motivazioni addotte dall’opponente non siano sufficienti a determinare l’annullamento dell’accertamento in questione” tenuto conto che “il verbale d’accertamento d’infrazione gode di fede privilegiata dei fatti in esso attestati dal pubblico ufficiale […], pertanto, la semplice affermazione di circostanze o fatti diversi da quelli indicati sul verbale medesimo resa dal ricorrente e non supportata da alcun riscontro probatorio non è sufficiente ad inficiare la fede privilegiata dell’atto impugnato”.
Viene inoltre chiesto alla signora di pagare una somma complessiva di 74,50€, comprensiva di sanzione amministrativa, spese di accertamento/notificazione del verbale di contestazione e notifica del provvedimento.

La sentenza del Prefetto

La sentenza del Prefetto Rigetta il ricorso della sig.ra Tenore

La sentenza del Prefetto in PDF

sentenza-prefetto.pdf

Lo stratagemma del figlio

Nel frattempo - e, se vogliamo, indipendentemente dalla vicenda della madre - il figlio della signora Filomena, Luca Pagliarini, chiede un parere al Comandante della Polizia Locale peschierese che intanto ha ottenuto il trasferimento a Crema. È passato oltre un anno dal giorno della multa, è il 18 luglio 2014 e Luca Pagliarini scrive: «Chiedo di conoscere l’interpretazione che riconosce ai cartelli di indicazione di pulizia strade posti in via Gramsci nel tratto dal numero 2 al numero 8. […] Se parcheggio la mia autovettura all’altezza del numero 6 […] a quale orario devo fare riferimento?».
Inizialmente il Vicecomandante Claudio Grossi - in sostituzione vicaria del Comandante Semeraro - risponde che fa fede il cartello con orari 09.00-11.00 ma poi, in seguito ad uno scambio di mail, si corregge e il 1 agosto 2014 dà la sua ultima parola, scrivendo: «Visto che avevo solo visionato le sue foto e non avevo ben presente la situazione in atto, oggi sono stato sul posto e devo ringraziarla per la sua segnalazione, perché effettivamente, il cartello, per comprendere nel divieto dalle ore 09.00/11.00, anche il primo stallo di sosta altezza civico 6 di via Gramsci, andrebbe posizionato alcuni metri indietro; provvederemo al più presto». La risposta di Luca Pagliarini non si fa attendere: «In quella posizione mia mamma ha preso una multa e, nonostante avete agli atti le stesse rimostranze, il Comandante non ha provveduto ad eliminarla in autotutela permettendo a lei ed alla comunità di risparmiare i soldi dei ricorsi».

Ricorso al Giudice di Pace contro il Prefetto

Filomena Tenore, nel frattempo, non si arrende e ricorre al Giudice di Pace contro il rigetto del ricorso. Altro tempo, altre spese. Si apre una causa civile tra Filomena e il Prefetto di Milano, che giunge al termine il 6 novembre 2014 quando “il Giudice di Pace dichiara cessata la materia del contendere liquidando a favore della ricorrente le spese del presente procedimento a carico di parte opposta quantificabile in € 150,00” in seguito alle dichiarazioni dell’ex Vicecomandante ora Comandante, Claudio Grossi, che anche dal Giudice di Pace ribadisce la tesi espressa via e-mail a Luca Pagliarini, riconoscendo l’errore della Polizia Locale. Il documento sancisce così la vittoria legale della signora Tenore;

La sentenza del Giudice di Pace

sentenza-giudice-di-pace.pdf

La burocrazia è stata sconfitta?

Cosa si evince da questa lunga, infinita storia? Quanto tempo, quante energie e quanti soldi sono stati spesi inutilmente? Quanto poco sarebbe bastato per evitare questo spreco di risorse?
Quante multe sono state fatte, nel corso degli anni, agli automobilisti in quel parcheggio?

Le giornate di lavoro che i cittadini perdono per occuparsi di queste spinose vicende che li coinvolgono loro malgrado - che si potrebbero risolvere con un minimo di attenzione in più da parte delle amministrazioni - non vengono mai considerate.
A conferma di questo, analizziamo l’ultimo atto di questa vicenda, che risale allo scorso mese.
Il 6 novembre 2014, Luca Pagliarini indica al Comune di Peschiera le coordinate bancarie della madre per permettere la restituzione dei soldi spesi per il ricorso; a fronte di un’intera sentenza del Giudice di Pace, sarebbe stato troppo semplice ricevere un semplice “sì, disponiamo il bonifico” e così, la risposta dell’Ente è: «Ok, però ho bisogno anche della richiesta di rimborso da parto dello studio di avvocati». Ah, la burocrazia!