Giornata del Ricordo, la testimonianza di Pietro Tarticchio sui Martiri delle Foibe |Video| Gallery|

San Giuliano Milanese: «Io ero socialista, stavo con Nenni. Il nostro partito era alleato con il Pc di Togliatti, mi rendo conto solo ora del male che vi abbiamo fatto. Io vi chiedo scusa, io vi chiedo scusa»

Un momento della conferenza

Un momento della conferenza Da sinistra: lo scrittore Pietro Tarticchio, l'assessore Alessandra Magro; il sindaco Marco Segala e Salvatore Juorinich

Furono loro prese le impronte digitali come se fossero criminali

Venerdì 10 febbraio 2017 presso SpazioCultura in piazza Vittoria a San Giuliano Milanese , l’amministrazione Comunale ha tenuto l’atto finale di una serie di iniziative dedicata alla “Giornata del Ricordo dei Martiri delle Foibe”. «Quando fu istituita la Giornata del Ricordo – ha dichiarato il sindaco di San Giuliano Milanese Marco Segala – avevo 16 anni e ebbi una discussione con una mia insegnante negazionista. Oggi se ne può e se ne deve parlare, per tenere vivo il ricordo di quella tragedia».
«Gli esuli istriani fiumani e dalmati – dichiara l’assessore alla cultura Alessandra Magro – hanno pagato un caro prezzo. Le iniziative per questa celebrazione, sono  un dovere per le Istituzioni,  a futura  memoria delle nuove generazioni affinché non succedano più fatti del genere».
Piero Tarticchio, scrittore e esule istriano e superstite ha testimoniato quella che ha definito “Stagione dell’ira e della vendetta”. Un dramma cominciato una decina di giorni dopo l’8 settembre 1943 (Entrata in vigore dell'armistizio di Cassibile firmato dal governo Badoglio del Regno d'Italia, con gli alleati che combattevano contro Hitler. Ha raccontato di suo zio Angelo Tarticchio parroco di Villa Rovigno:  Il 16 settembre 1943 fu arrestato da partigiani titini, appoggiati dai partigiani comunisti italiani. Malmenato ed ingiuriato insieme ad altri trenta dei suoi parrocchiani, fu quindi seviziato. Quando il corpo fu riesumato, dai Vigili del fuoco di Pola, racconta Tarticchio, lo trovarono  completamente nudo, con una corona di spine conficcata sulla testa e i genitali tagliati e conficcati nella bocca.  Ha raccontato la storia di Norma Cossetto, una studentessa istriana di 23 anni,  che abitava in un paese vicino a Visignano, stuprata, seviziata, torturata e uccisa da partigiani jugoslavi nel 1943 nei pressi della foiba di Villa Surani,  l’unica colpa che aveva era quella di essere figlia di un gerarca fascista. Ha raccontato la storia di suo padre, che nel 1945 prelevato di notte è stato infoibato, un momento commovente nel quale la platea ha riservato un caloroso applauso a Piero Tarticchio che ha dispetto dei suoi 81 anni suonati ha snocciolato con precisione e dovizia di particolari: dati, fonti, luoghi, nomi e cognomi.
Il suo racconto appassionato ha catturato la completa attenzione degli intervenuti.  Nella platea, erano presenti gli alunni della classe IV° del Liceo Linguistico Primo Levi di San Giuliano Milanese che in apertura  di serata hanno presentato il loro saggio sugli avvenimenti che hanno portato 300.000 italiani ad abbandonare la loro terra natale. Parecchi esuli istriani, fiumani e dalmati, sono scappati in Canada ma la maggior parte preferì rimanere in Italia nonostante l’opinione pubblica  li dipinse come: “sporchi fascisti”, a Venezia, Bologna e Ancona gli esulti giuliani furono accolti con violente proteste, il latte per i bambini fu gettato sui binari della ferrovia, la legge. Furono loro prese le impronte digitali come se fossero criminali. Furono confinati in 119 campi profughi, dai loro stessi  connazionali. A Trieste i bambini morivano di freddo perché nonostante la Bora soffiasse gelida e impetuosa, non c’erano le finestre.  Molti anziani non sopportarono l’umiliazione e morirono di crepa cuore.  «E quel che è peggio – ribadisce Tarticchio – è che per oltre 50  anni questa tragedia fu ignorata e nascosta  all’opinione pubblica. L’umiliazione dell’esodo e poi del silenzio».
Il tempo passa veloce due ore di testimonianze  tutti in un fiato, nella sala dove è allestita anche la mostra curata dallo stesso Piero Tarticchio per l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. Alla fine della conferenza “Conoscere per ricordare”, un anziano signore presente in sala, si è rivolto a Salvatore Jurinich un  istriano che ha letto una commovente poesia sul sentimento degli esuli in fuga , con una filo di voce stridulo tipico di chi ha un nodo in gola: «Io ero socialista, stavo con Nenni.  Il nostro partito era alleato con il Pc di Togliatti, mi rendo conto solo ora del male che vi abbiamo fatto. Io vi chiedo scusa, io vi chiedo scusa».  Senza dire  nient’altro guardandosi negli  occhi, come solo due uomini saggi sanno fare si sono abbracciati. L’uomo ha poi guadagnato “svelto” l’uscita, con rinnovata andatura come se il peso degli anni fosse svanito, dopo aver sistemato un conto con la sua coscienza che probabilmente covava da parecchio tempo.
La Giornata del Ricordo oggi ha riconciliato due uomini distanti, domani speriamo riconcili il paese.
Giulio Carnevale

Tutti i libri di Piero (Pietro) Tarticchio

PieroTarticchio parla dei Martiri delle Foibe e di Norma Cossetto