Temporali sempre più violenti a Milano: cause, rischi e soluzioni dal territorio
Il Servizio Sviluppo Sostenibile della Città metropolitana analizza i dati: piove meno giorni, ma con maggiore intensità. Cresce il rischio idraulico e si studiano interventi di adattamento climatico

09 luglio 2025
Negli ultimi anni l’allarme temporali nella Città metropolitana di Milano è diventato sempre più frequente. Ma perché questi fenomeni spaventano così tanto? Il Servizio Sviluppo Sostenibile dell’Area Ambiente e Tutela del Territorio, attraverso il portale Territori resilienti e i dati della Fondazione Osservatorio Meteorologico Milano Duomo ETS, fornisce una chiave di lettura scientifica. Il territorio metropolitano riceve ogni anno oltre un miliardo e mezzo di metri cubi di pioggia. Un solo evento piovoso estivo "medio" equivale a oltre 23 milioni di metri cubi, pari a circa 1.930 stadi di San Siro pieni d’acqua. Numeri che spiegano la portata del fenomeno.
Cent’anni fa nella Città metropolitana di Milano pioveva mediamente per 95 giorni all’anno. Oggi i giorni piovosi si sono ridotti a 79. La quantità totale di pioggia, però, è rimasta pressoché invariata. Questo significa che le precipitazioni sono più concentrate e violente. Il risultato è una maggiore probabilità di eventi estremi e dannosi, soprattutto nei mesi di maggio e novembre, che negli ultimi 15 anni hanno registrato i picchi maggiori di pioggia.
Le piogge non si distribuiscono in modo uniforme sul territorio. Le zone settentrionali della Città metropolitana ricevono circa 1.200 millimetri di pioggia all’anno, mentre quelle meridionali ne raccolgono solo 710. Questa differenza incide significativamente sulla gestione del rischio idraulico e sulla pianificazione degli interventi.
Il cuore del problema è il ruscellamento, cioè il deflusso dell’acqua sulla superficie. In aree urbanizzate e impermeabili l’acqua piovana non viene assorbita dal terreno e scorre rapidamente, sovraccaricando i sistemi fognari. Dopo lunghi periodi di caldo, i terreni diventano ancora più aridi e impermeabili, aggravando il fenomeno. L’indice "curve number" (CN), calcolato con il metodo americano del Soil Conservation Service, misura la capacità del suolo di trattenere l’acqua. A Milano e nel nord-est dell’area metropolitana si registrano i valori più alti, segno di un’elevata vulnerabilità. In media, l’84% dell’acqua che cade viene respinta dal suolo: si tratta di quasi 20 milioni di metri cubi che scorrono in superficie, pari a oltre 1.600 stadi di San Siro pieni d’acqua.
Per affrontare il problema, la Città metropolitana ha sviluppato strumenti di analisi e pianificazione accessibili sul portale Territori resilienti. Tra i progetti più rilevanti figura Città metropolitana Spugna, finanziato dal PNRR, che promuove il drenaggio urbano sostenibile attraverso soluzioni naturali di bioritenzione. Interventi che facilitano l’assorbimento delle acque e limitano il deflusso. Al progetto si affiancano azioni di forestazione urbana, con l’aumento di aree verdi e permeabili, volte a contrastare le isole di calore e ridurre il rischio idraulico. Un approccio che unisce sostenibilità ambientale e gestione intelligente delle emergenze climatiche.
09 luglio 2025