È ancora avvolta nel mistero la morte di D.B., clochard italiano 42enne trovato morto domenica 20 ottobre nell’aeroporto di Linate, ancora chiuso per ristrutturazione e che verrà riaperto solo il 26 ottobre. L’uomo è stato notato da alcuni operai impegnati nei cantieri di riqualificazione dello scalo, disteso a terra e senza vita, ai piedi del parcheggio multipiano P2, proprio all’interno dell’area di cantiere. Il particolare che ha destato maggiore scalpore all’atto del ritrovamento del cadavere è stato il fatto che il clochard avesse mani e piedi legati con del fil di ferro, come una sorta di manette artigianali. Del caso si stanno occupando gli agenti della polizia di frontiera aerea, in collaborazione con la sezione omicidi della squadra mobile di Milano e della polizia scientifica. Per far luce sulla vicenda, la polizia è al lavoro per ricostruire la vita del 42enne, sebbene al momento i dettagli emersi siano ancora molto pochi. Pare che di notte trovasse rifugio in zona, mentre di giorno suonava il sassofono, motivo per cui nell’ambiente dei senzatetto era conosciuto come “il sassofonista”. Le particolari circostanze in cui D.B. è stato ritrovato, soprattutto per il fatto che fosse legato mani e piedi, lasciano pensare che si tratti di omicidio, ma gli investigatori stanno tutt’ora lavorando su più fronti. La causa diretta del decesso, secondo i primi accertamenti medico-legali, sarebbe una caduta: si potrebbe quindi ipotizzare che l’uomo sia stato spinto da qualcuno, magari la stessa persona che lo ha legato. Tuttavia la Omicidi non esclude che il 42enne sia morto suicida, dopo essersi legato volontariamente. Del resto, in passato era stato in cura per problemi psichiatrici.