Mascherine U-Mask: aperta un'inchiesta sulle reali capacità di filtraggio

La Procura di Milano ha aperto un fascicolo per frode nell’esercizio del commercio a seguito dell’esposto presentato da un’azienda concorrente. I vertici aziendali U-Mask: «Nostro operato trasparente, le mascherine sono a norma»

Foto pagina Facebook umaskofficial

Una quindicina di mascherine U-Mask sono state sequestrate dalla Polizia Locale di Milano su ordine della Procura che ha avviato un’indagine per verificarne l’effettiva capacità di filtraggio. L’inchiesta milanese, condotta dai procuratori aggiunti Tiziana Siciliano ed Eugenio Fusco, è scattata in seguito alla denuncia presentata da un’azienda concorrente e vede indagata per frode nell’esercizio del commercio l’amministratrice della società italiana che detiene il marchio U-Mask. Gli inquirenti dovranno accertare se la capacità di filtraggio delle mascherine bio-tech sia davvero pari al 98%, così come dichiarato dall’azienda britannica, oppure inferiore, tra il 70 e l’80%, come invece sostenuto dalla società che ha presentato l’esposto in Procura. Sarà un consulente tecnico nominato dai pm a svolgere gli accertamenti necessari per verificare la conformità delle caratteristiche del dispositivo. «Abbiamo collaborato attivamente con gli inquirenti, fornendo tutta la documentazione richiesta - riferiscono i vertici della filiale italiana di U-Mask -. Siamo certi che le indagini in corso chiariranno la trasparenza del nostro operato, i nostri dispositivi rispettano pienamente le norme e le leggi in materia». La società precisa altresì che tutta la documentazione tecnica relativa ai dispositivi è stata a suo tempo inviata, come prescritto dalla legge, alle Autorità competenti (Ministero della Salute) che, preso atto della correttezza della documentazione accompagnatoria e delle prove tecniche effettuate, ne ha disposto l’approvazione e la registrazione come dispositivi medici di Classe Uno. 

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