Grazie di cuore
È rientrata dall’Abruzzo la colonna mobile dei volontari del Com 20, il Comitato di Coordinamento della Protezione Civile intercomunale dell’area a Sud-Est di Milano, partita il 6 aprile scorso e giunta il giorno dopo a Bazzano, una frazione di L’Aquila. Gli undici volontari di San Giuliano Milanese, Peschiera Borromeo e Cerro al Lambro hanno allestito il campo adibito a ospitare la popolazione del luogo, montando dieci tende nella località Monticchio; inoltre, hanno installato l’accampamento per il presidio della Regione Lombardia. I
l dottor Sinighini, dirigente tecnico del Com 20, è soddisfatto dell’efficienza delle operazioni: “Abbiamo constatato la perfetta sinergia fra i diversi gruppi. Non c’è stato alcun campanilismo di sorta, abbiamo parlato una lingua sola. L’augurio è che questi eventi non debbano mai ripetersi, tuttavia i nostri volontari hanno testimoniato di sapersi attivare nei momenti di emergenza”. Il capo missione, Riccardo Pastorelli, del corpo volontari della Protezione Civile di Peschiera Borromeo, finora non aveva mai affrontato un disastro di dimensioni nazionali: “La prima sensazione: un film già visto. All’inizio non ci si rende conto di vivere un evento reale, sembra di essere nel mezzo di un’esercitazione. È stato l’impatto con i terremotati a farmi comprendere l’entità della tragedia”.
Pur avendo operato soprattutto nell’area di accoglienza e di ricovero delle persone rimaste senza casa, i volontari raccontano di avere visto, durante gli spostamenti, “zone dove sembra sia passato un bombardamento aereo”. Il ricordo degli abruzzesi che hanno aiutato è talmente forte che alcuni di loro, a stento, trattengono la commozione.
Il giovane del gruppo, Lorenzo Casati, parla di “un’esperienza che rimarrà dentro, che cambia chi la vive. Quando succedono queste catastrofi, emerge un senso di fratellanza e di amicizia che dovrebbe esserci sempre”. In effetti, tutti possono essere in grado di dare una mano a chi è in difficoltà, come sottolinea un altro volontario, Silvano Pellicani: “Mi sento una persona normale che si è presa un impegno, entrando nella Protezione Civile: donare il suo tempo nel momento del bisogno”. Sabrina Muti, l’unica donna del gruppo, moglie e mamma, ha voluto ringraziare “i colleghi, ma anche i familiari che ci hanno aspettato a casa”.
Novella Prestigiovanni