I dipendenti della Monder protestano: sono tutti in cassa integrazione e 20 fra loro rischiano la mobilità. Ad alcuni sono state pignorate le case

Già a settembre i presidi dei lavoratori avevano occupato le pagine dei giornali. La situazione non è migliorata: la cassa integrazione ordinaria introdotta per tutti gli operai si protrarrà fino a luglio, mentre solo la settimana scorsa è stato saldato il salario di febbraio e versato un acconto di 400 euro per marzo. Il 12 maggio i dipendenti sono quindi tornati a incrociare le braccia per otto ore. A due giorni dalla serrata, lo spettro del fallimento non cessa di aggirarsi tra i reparti della Monder. I lavoratori che riusciamo a “intercettare” all'ingresso dell'azienda sono reticenti e rimandano per informazioni ai sindacati, ma le poche battute che si lasciano scappare sono esasperate: «l'amministrazione fa quello che le pare, tanto poi c'è mamma Inps che paga». La novità è che è stata depositata l'istanza di fallimento e che il 28 maggio è prevista l'udienza che stabilirà il futuro della Monder. «In caso di esito fallimentare auspichiamo il commissariamento, in modo da assicurare un futuro all'interno dell'azienda per i dipendenti», dice Alessandro Marchesetti, segretario della Fai Cisl di Milano. Il quadro che dipinge è molto fosco: «non viene nemmeno rispettato il contratto aziendale di secondo livello, che prevedrebbe premi e ticket restaurant, né tantomeno sono state versate dalla proprietà le trattenute in busta paga per il fondo integrativo e pensionistico di categoria Alifond. In merito alla mobilità, abbiamo richiesto dalla proprietà un piano industriale per capire in che direzione muoverà la ristrutturazione, ma non ci è stato fornito. Nel settore alimentare la Monder è un caso raro. Ci si chiede se la situazione sia causata da una cattiva gestione o dalla crisi». In attesa delle risposte, ad alcuni lavoratori sono state pignorate le case.

Sara Marmifero