La città stretta intorno al suo “capitano”

Per l’ultimo saluto a Andrea De Nando, gremita la chiesa della Sacra Famiglia di Bettola

Andrea era un ragazzo speciale, a cui la vita aveva sorriso fin da subito: era un giovane di buona famiglia, che oltre a essere molto popolare fra gli amici e i compagni di scuola, era il capitano della sua squadra di calcio, un punto di riferimento per tutti, sempre disponibile e gentile. Era il figlio che tutte le mamme vorrebbero avere. Andrea non ce l’ha fatta, colpito da quel proiettile metallizzato a quattro ruote, che gli ha portato via la giovinezza all’uscita dell’oratorio. Ora continua ad accompagnare la sua famiglia e i suoi amici da lassù. Lunedì 7 febbraio si sono svolti i funerali; l’Amministrazione comunale di Peschiera Borromeo ha dichiarato il lutto Cittadino e ha invitato i cittadini a testimoniare il cordoglio alla famiglia De Nando. Le esequie di Andrea, hanno avuto luogo alle ore 15.00 con il corteo funebre che, dalla sua abitazione, si è diretto alla chiesa della Sacra Famiglia di Bettola. Oltre duemila le persone che hanno partecipato alla cerimonia, affollando il sagrato della chiesa all’inverosimile. Una tragedia che ha coinvolto tutta la città e non solo. Per chiarire bene l’impatto sociale derivante dalla tragedia di sabato scorso, bisogna tenere ben presente che i teenagers di oggi veicolano le informazioni a una velocità che fino alla scorsa generazione era inimmaginabile. I social network, internet, gli sms hanno diffuso lo sgomento e la disperazione degli amici di Andrea, a tal punto che anche chi lo conosceva solo di vista o chi non lo conosceva affatto si è identificato in lui. Ecco qua l’effetto domino che ha scosso migliaia di adolescenti e di conseguenza le loro famiglie, tutti accorsi a dare l’ultimo saluto ad Andrea. Molte le autorità presenti alla cerimonia, fra cui il sindaco di San Donato Milanese, Mario Dompé, il primo cittadino di Mediglia, Carla Andena, e tutta la Giunta peschierese guidata da Antonio Falletta. Tutti a cercare conforto nelle parole di Don Luca, il giovane prete che conosce uno a uno i suoi ragazzi. La cerimonia si è chiusa con un accorato messaggio della signora Cipollone, mamma di Andrea, a tutta la gioventù presente: «Vivete nel nome di Andrea, con onestà, umiltà e amore per il prossimo, parlate dei vostri problemi con i vostri genitori, condannate l’uso della droga. Questo è il modo migliore per ricordare mio figlio».