A tagliare il nastro insieme al primo cittadino di Peschiera Borromeo erano presenti il direttore generale welfare della Regione, Giovanni Pavesi e la direzione generale strategica dell’Asst Melegnano e della Martesana, il direttore Francesco Laurell, la responsabile socio sanitaria Paola Pirola, il consigliere regionale Franco Lucente, l'assessore Beatrice Rossetti, il vicesindaco Stefania Accosa, il Presiodente del Consiglio Luigi Di Palma, l'assessore di Mediglia Elisa Baeli, il sindaco di Tribiano Roberto Gabriele, la sindaca di Pioltello Ivonne Cosciotti. Erano presenti anche l'assessora Barbara Bianco del Comune di Segrate, e l'assessora di Vimodrone Rosa Beninati Rosa.

«La Casa di Comunità non è semplicemente un luogo fisico, un insieme di parole, ma deve diventare il nuovo modo di concepire la sanità: più vicino al cittadino e alla sua famiglia, più completo, un luogo che integri l’assistenza ospedaliera con quella sociosanitaria e sociale, che crei rete tra gli Ospedali e i distretti, che avvicini la struttura sanitaria e i servizi che essa offre. Mi sembra corretto sottolineare quindi il valore aggiunto che è stato generato dalla riforma del sistema sanitario, che ha di fatto rimesso al centro “il cittadino”, e con esso ha coinvolto tutti gli attori del sistema a partire dagli infermieri che assumono, finalmente, un ruolo più attivo nel progetto assistenziale, ma anche di supporto agli stessi medici. La parola chiave è "prossimità" che credo sia il termine che meglio rappresenta il concetto stesso di Casa della Comunità, e la stessa parola “Comunità” dà il senso dell’impegno profuso dal legislatore che ha voluto questa riforma, e dei fini che si è preposto, ovvero un sistema di “logica di rete” che pone attenzione soprattutto alle esigenze specifiche delle comunità locali, una logica di offerta che tende a soddisfare la domanda e non a riempire gli spazi con logiche compensative. In questo senso ritengo sia importantissima la collaborazione tra le diverse istituzioni, tra gli enti locali che compongono i distretti, tra le aziende sanitarie, ma anche il supporto delle associazioni di volontariato e del terzo settore in generale. Da Sindaco non posso che essere lieto di questo importante traguardo perché sicuramente avrà una ricaduta decisiva sul nostro territorio - e non mi riferisco solo alla Città di Peschiera Borromeo -, non solo perché in concreto rappresenterà un presidio fisico ed un punto di riferimento per i cittadini, ma anche perché già rappresenta una svolta epocale in termini di sistema, di approccio emotivo nell’affrontare la questione sanità in Lombardia; la Casa di Comunità sarà – dovrà essere – l’amalgama tra territorio, servizi sociali e azienda ospedaliera, e di fatto aiuterà i Comuni e i Sindaci che oggi si trovano spesso da soli a dover affrontare il problema della “sanità” territoriale quella, per intenderci, di prossimità, quella del quotidiano. La Legge di riforma della Sanità Lombarda ha profondamente modificato il modo di pensare la nostra sanità territoriale e l’inaugurazione delle case di comunità rappresenta l’effettivo concretizzarsi di questa legge. Noi auspichiamo che questo nuovo corso rappresenti una nuova filosofia a tutti gli effetti, che ci consegni una sanità che si prenda cura della persona e non che curi semplicemente il sintomo, la malattia; una sanità che nelle case di comunità esprima accoglienza, una sanità che si prenda in carico la persona e la gestisca grazie ad un lavoro di staff multidisciplinare, una squadra formata da medici di medicina generale, specialisti, infermieri. Noi abbiamo in mente questo e per questo continueremo a lavorare con passione, caparbietà, impegno e amore per la gente, come abbiamo fatto sin dal primo giorno del nostro mandato e come faremo sino all’ultimo» così Augusto Moretti sindaco di Peschiera Borromeo a margine dell'inaugurazione di oggi 21 dicembre 2022.