Peschiera, Comitato e Sindaci contro la tendopoli

Dalla riunione dei Sindaci indetta da Molinari esce un “no” deciso alla tendopoli mentre alcuni cittadini sono stati intervistati in diretta da Bellaria nel corso del tg4

Un momento della diretta al tg4 con il giornalista Alessandro Cracco

Un momento della diretta al tg4 con il giornalista Alessandro Cracco

Al Prefetto un documento sottoscritto all'unanimità per bloccare la tendopoli

Peschiera Borromeo si sta muovendo su più fronti per scongiurare l’arrivo di 300 profughi dell’Africa Sub-Sahariana. Il sindaco della città, Caterina Molinari, ha organizzato un’apposita conferenza a porte chiuse per discutere del tema, e che ha visto la partecipazione dei sindaci dei Comuni limitrofi. I Sindaci coinvolti hanno dimostrato unione di intenti nel presentare al Prefetto un documento sottoscritto all’unanimità, che dichiari un “no” deciso alla realizzazione della tendopoli, che non risulta uno strumento di accoglienza dignitoso e rispettoso per gli stessi migranti. 

«La nostra Amministrazione – ha dichiarato il sindaco Molinari - è fermamente contraria alla realizzazione di una tendopoli che ospiti 300 profughi a Bellaria. Non vogliamo sottrarci al nostro dovere di accoglienza ma riteniamo che un modello di accoglienza diffusa ci permetta di governare il fenomeno senza subirlo. Peschiera Borromeo risulta tra i comuni virtuosi dell’intera provincia milanese secondo quanto previsto dalla quota di proporzionalità stabilita dal nostro governo che prevede 2 migranti ogni mille abitanti. Abbiamo valutato importante – continua Caterina Molinari - presentare al prefetto un protocollo di intenti che abbia come primo obiettivo quello di bloccare la realizzazione della tendopoli. Chiederemo al prefetto di rivalutare inoltre la distribuzione dei migranti sul territorio in funzione delle aree omogenee attualmente scoperte». 

La scelta della tendopoli è stata quindi fortemente contestata, ma senza l’intenzione di chiudere le porte all’accoglienza qualora avvenga in modo “diffuso”, ovvero con una distribuzione ad hoc nelle frazioni e città del territorio. 

I cittadini intervengono in diretta nell'approfondimento del tg4

La riunione avveniva la mattina, mentre intorno alle 8 di sera in un’altra zona di Peschiera Borromeo (precisamente in via Oriana Fallaci nella frazione di Bellaria) si svolgeva la diretta con il tg4, durante l'approfondimento "Dalla parte vostra". Protagonisti alcuni cittadini appartenenti al Comitato “No alla tendopoli dei 300 a Peschiera” e alcuni residenti nelle case che sorgono proprio di fronte al futuro centro d’accoglienza. 

«Lavoro qui vicino – racconta una donna incinta che vive a Bellaria – e sarò costretta a passare accanto al centro per tornare a casa, al buio e a piedi. Sono preoccupata, già questo quartiere è lasciato a se stesso, ci sono ancora zone transennate, ma con questa tendopoli la situazione peggiorerà e la nostra casa perderà ancor più di valore». È un pensiero condiviso da altre donne residenti nella stessa zona che sono state intervistate: «Non sono famigliole, sono tutti uomini adulti! cosa faranno tutto il giorno? 300 sono troppi! Non li vogliamo!» dicono di fronte alle telecamere. 

Parallelamente andavano in onda anche le voci dei cittadini di Cara Mineo, che hanno ulteriormente preoccupato i peschieresi in ascolto: nella città siciliana è tornata la scabbia dopo un secolo, e negli scorsi giorni è stata aggredita una donna proprio da un migrante nigeriano che si trovava in un centro della zona. In molti hanno preso il microfono per dire no alla tendopoli, tra i quali il rappresentante del Comitato, Giulio Carnevale: «Vogliamo ribadire no al prefetto di Milano Marangoni. Non si possono prendere decisioni sulla pelle dei cittadini senza consultarli. Noi facciamo già la nostra parte con 43 profughi, quindi possiamo accettarne massimo 15 in più. La decisione della tendopoli andrà a colpire due frazioni, Bellaria e Robbiano che contano 4500 abitanti, quindi 300 sono troppi e ci opponiamo a tale forma di centro accoglienza, il Prefetto non può non ascoltarci».