Peschiera-connection, la longa manus della 'ndrangheta sulla città

Secondo quanto rivela Il Corriere della Sera, il faccendiere Antonino Lugarà, corruttore del sindaco di Seregno, avrebbe avuto assidui contatti con l'esponente peschierese del PD Silvio Chiapella e si sarebbe speso per salvare l'amministrazione di Luca Zambon dalla mozione di sfiducia del 2015

La conferenza stampa in Procura

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«c’ha spremimu sta Peschiera Borromeo».

L'inchiesta che ha portato in carcere il sindaco di Seregno Edoardo Mazza (Forza Italia) insieme ad altre 27 persone getta ombre inquietanti sugli interessi della 'ndrangheta verso business illeciti da sviluppare in quel di Peschiera Borromeo.
Le indagini sul faccendiere Antonino Lugarà, corruttore di Mazza per operazioni edilizie a Seregno, avrebbero, secondo quanto riportato da Il Corriere in questi giorni, un filone peschierese. Per la cittadina del Sud Est Milano le intenzioni di Lugarà erano ben definite: una residenza per anziani e un grande ex concessionario da trasformare in attività commerciale. Inquietanti le parole raccolte dalle intercettazioni con il figlio: «c’ha spremimu sta Peschiera Borromeo». Per sviluppare le proprie aspirazioni Lugarà ha necessità di appoggi politici in loco. L'occasione "per essere utile" gli viene, nel 2015, dalla crisi di Giunta che interessa l'amministrazione comunale guidata dall'allora sindaco peschierese Luca Zambon (Partito Democratico). La revoca da parte di Zambon dell'assessore Marco Righini (ora vicesindaco di Peschiera) e le conseguenti dimissioni degli assessori Caterina Molinari (ora sindaco di Peschiera) e Danilo Perotti (ora Consigliere comunale di Peschiera), in polemica con il primo cittadino per una gestione poco trasparente e collegiale dell'attività amministrativa, scatenano la reazione dell'opposizione in Consiglio comunale. Forza Italia presenta una mozione di sfiducia all'indirizzo di Zambon che, stanti i malumori che regnano anche nel gruppo consigliare del Partito Democratico con la fuoriuscita e il passaggio al Gruppo misto di Giancarlo Capriglia e Anna Bartella, rischia di avere i numeri per far cadere il Governo locale.
Lugarà non si lascia scappare l'opportunità di dare una mano alla Giunta PD in questo difficile frangente. Sembra, a quanto riporta Il Corriere, che su richiesta di Silvio Chiapella (ritenuto all'epoca, dall'anima critica del PD, il sindaco ombra alle spalle di Zambon) il faccendiere non esiti a interessare alla questione tutte le sue conoscenze di Centro Destra affinchè dissuadano il gruppo consigliare peschierese di Forza Italia dal portare avanti la mozione di sfiducia.
Le indagini - sempre da quanto riportato dal Corriere della Sera - tracciano tutte le mosse del faccendiere: grazie alla sua frequentazione con Mario Mantovani (ex assessore regionale alla sanità, pluriinquisito, Forza Italia), ottiene un appuntamento con Piero Bonasegale (influente personalità di Forza Italia). Discute della questione con Luca Squeri, coordinatore provinciale di Forza Italia e con Gianstefano Milani, compagno della consigliera comunale azzurra di Peschiera Carla Bruschi. Nel suo frenetico tentativo di salvare Zambon, non manca di rassicurare Chiapella che a quanto risulterebbe da numerose intercettazioni telefoniche, avrebbe avuto una comunione d'intenti con Lugarà sul business peschierese. In una telefonata gli esprimerebbe la summa della questione: «devono fare i bravi anche se sono all’opposizione».
Il tentativo di limitare l'azione dei consiglieri di Forza Italia non andò a buon fine; ma la Giunta non cadde lo stesso in seguito alla mancata sottoscrizione della mozione di sfiducia da parte di Antonio Falletta, ex sindaco e all'epoca capogruppo consigliare di Forza Italia. Leggi qui l'articolo di 7 giorni.
L’atto finale di quella Giunta fu decretato il 3 dicembre 2015, quando 9 dei 17 Consiglieri comunali, si dimisero in massa.