Peschiera:stuprata, ricattata e picchiata per un anno dall'amante, viene salvata dal marito
La trentatreenne di orginine asiatica oltre agli abusi è stata costretta ad abortire
22 aprile 2015
Una terribile vicenda, quella di Pam (nome di fantasia), originaria di un paese asiatico, sposata con un uomo italiano e residente a Peschiera Borromeo. La giovane approfittando delle frequenti assenze di suo marito, impegnato a curare il padre malato in un'altra regione, nel mese di marzo 2014 aveva avviato una relazione sentimentale extraconiugale con un connazionale. L’uomo, conosciuto presso la scuola di danza, che Pam frequenta a Milano, aveva corteggiato la giovane, che aveva ceduto da subito alle sue lusinghe. Gli incontri avvenivano in un appartamento di Peschiera Borromeo, dove la giovane risiede col marito. Da quel giorno iniziò il calvario della donna, che per un anno avrebbe subito bestiali violenze fisiche, stupri, ricatti, e vessazioni psicologiche. La storia è venuta a galla grazie all'intervento del marito, al quale la giovane, dopo l’ennesima violenza subita, ha trovato il coraggio di raccontare tutto. A Milano, presso il Commissariato di Polizia “Comasina”, la denuncia è stata messa nero su bianco con estrema dovizia di particolari raccapriccianti. Secondo quanto denunciato dalla donna, l’uomo dopo averla fotografata nuda in atteggiamenti sessuali, la ricattava e con la minaccia di diffondere le immagini, la costringeva ad avere rapporti sessuali. Quando le foto non bastavano ad ottenere quello che voleva, l’uomo minacciava anche di morte i parenti, in particolare la nonna a cui Pam è molto legata. Tre o quattro volte alla settimana, arrivava di notte ubriaco, nell'appartamento di Peschiera Borromeo, costringendola ad aprire: «...ero costretta a farlo entrare – racconta nella denuncia Pam – per paura di ritorsioni, ed una volta entrato mi obbligava con la forza ad avere con lui rapporti sessuali, nonostante gli dicessi di non averne voglia, ma lui incurante della mia volontà mi spogliava ed abusava di me, lasciandomi sulla pelle delle ecchimosi dovute alla mia vigorosa quanto vana resistenza. Poi quando era soddisfatto se ne andava imponendomi con minacce di non rivelare l’accaduto». Ma non finisce qui, Pam racconta un episodio terrificante, che solo una mente contorta può mettere in pratica. A dicembre 2014, l’uomo con minacce e insulti costrinse Pam ad ospitarlo ancora nell'appartamento di Peschiera Borromeo, qui gli eventi precipitarono. Pam racconta di come l’uomo l’abbia quasi strangolata e poi di come abbia subito uno stupro, dove la finalità criminale del maniaco è stata quella di ingravidarla consapevolmente: «Adesso arrangiati» gli avrebbe detto il presunto stupratore una volta finito l’atto bestiale. Da li a poche settimane la conferma che Pam aspettava un figlio da quell’uomo, gettò la donna in uno stato di panico. E senza che nessun operatore si accorgesse del dramma che stava vivendo, la forza della disperazione la portò alla clinica Mangiagalli di Milano dove gli praticarono l’interruzione di gravidanza volontaria. L’uomo non pago dell’accaduto continuò a soggiogare Pam. La giovane racconta di un episodio avvenuto il 23 marzo 2015: «…mi ha messo le mani alla gola stringendola – si legge nella denuncia sporta - facendomi mancare il respiro, poi mi ha gettato sul letto e dopo avermi spogliato mi ha tolto il pantalone, e mi ha nuovamente stuprato. Non contento mi ha costretto ad un rapporto orale…». Le violenze non sono finite, con la forza si è fatto consegnare il telefono di Pam, l’ha costretta a rivelare i dati di accesso a Facebook e Skype, in modo da bloccare gli account impedendogli di avvisare gli amici dell’accaduto. Durante tutta quella notte, Pam è rimasta in balia dell’orco che minacciandola di morte anche con un coltello, prendendola a schiaffi ha abusato di lei in altre due circostanze. La mattina l’uomo si è allontanato per andare a lavorare e Pam si è barricata in casa per tre giorni, al buio, cercando di convincere l’uomo che regolarmente tornava tutte le sere che non fosse in casa. Giovedì 26 marzo 2015, Pam si è decisa a raccontare tutto al marito rimasto all’oscuro di tutta la vicenda fino a quel momento. Arrivato a Peschiera Borromeo in tutta fretta il marito ha portato Pam in ospedale per una visita che ha riscontrato ecchimosi in tutto il corpo. Dopo di che il marito l’ha portata alla clinica Mangiagalli per evidenziare le violenze sessuali subite ma erano passati troppi giorni. Per provare tutta la vicenda il marito si è improvvisato investigatore e con un’abile mossa è riuscito a registrare la confessione dei crimini, raccontati dall'uomo mentre, per paura di conseguenze, chiedeva scusa a Pam. Nel loro paese questi crimini non sono neanche perseguiti, la donna non ha diritti figuriamoci se denuncia una violenza. Ma per sua sfortuna, ora la Polizia Giudiziaria ha tutto quello che occorre per inchiodare l’asiatico alle sue responsabilità Pam nel frattempo è stata inserita in un programma di sostegno psicologico rivolto alle donne vittime di violenza.
22 aprile 2015