Poste in agitazione, i tecnici: «Cassintegrati dal 1° marzo, adesso prendiamo d’assalto le tv»

Adesso basta, gridano i tecnici delle Poste peschieresi. Ne ha a sufficienza il reparto meccanizzazioni postali cassintegrato da fresca data, che denuncia «menomazione nei servizi ai cittadini, cattiva manutenzione e scarsa efficienza dei macchinari». Sarà battaglia: impatto mediatico, iniziative forti su scala nazionale, lettere ai giornali, apparizioni televisive, volantinaggio, fino ad arrivare al Parlamento della Repubblica.

28 tecnici peschieresi sono in fila in questo calvario: i dipendenti dell’azienda Stac Italia, messi in cassa integrazione straordinaria dal 1° marzo. «750 euro al mese! Non abbiamo intenzione di farci trattare in questo modo» è la protesta. La cassa integrazione è arrivata a novembre in via ordinaria per i loro colleghi di Logos Srl, azienda assieme alla quale Stac è subappaltatrice del servizio di meccanizzazione di Poste Italiane. È Ph Facility ad aver ceduto loro l’appalto; quest’ultima società è in associazione temporanea con Selex Es, una controllata del colosso Finmeccanica. Un bell’incastro all’italiana dentro il quale non è più chiaro niente: «Ragioni oscure» accusano i sindacati. Eppure l’accordo c’era o così sembrava: assumere 33 lavoratori di Stac e 66 di Logos in Ph Facility, 30 tecnici da ricollocare nell’una o nell’altra azienda, 20mila euro lordi a chi andava in mobilità, anticipi e impegnativa diretta per Selex. Era salita sul ring anche l’Unità di Gestione Vertenze del Ministero dello Sviluppo Economico. Che però a fine febbraio annunciava: tutto da rifare, Ph Facility non ci sta. E sì che l’AGCOM ci aveva messo la faccia. «Effettivamente – ammetteva AGCOM pochi giorni fa – in vari Centri di Meccanizzazione Postale si riscontrano problemi di efficienza, in specie nella posta voluminosa e commerciale». I tecnici di Peschiera Borromeo sono al lavoro per organizzare una manifestazione.