Protezione Civile in Abruzzo
Il comitato Com 20 ha già inviato una prima spedizione. Cinque volontari anche da Peschiera
La tragedia è di proporzioni immense, ma il Sud-Est Milano c’è. I gruppi di Protezione Civile che fanno capo al Comitato Com 20 sono partiti lunedì sera per portare aiuti nelle aree abruzzesi devastate dal terremoto. Un intervento risoluto, deciso dai coordinamenti locali a poche ore dalla scossa che ha distrutto L’Aquila e le zone circostanti, e che ha portato i volontari del Com 20 a radunarsi nella sede di San Giuliano Milanese. Quindi, il trasferimento ad Agrate, dove i gruppi che fanno capo alla provincia di Milano si sono messi in marcia, scortati dalle forze dell’ordine, giungendo in Abruzzo alle prime ore dell’alba.
Anche Peschiera non fa mancare la sua presenza, in un momento così difficile non solo per gli abitanti della regione coinvolta dal dramma, ma per l’Italia intera. Al termine di una giornata intensissima, il coordinatore locale Duilio Cavenago ha dato l’ok per la partenza di 5 volontari, tutti quanti del settore logistico. “Sono state ore concitatissime”, ha dichiarato Cavenago, “perché il tempo per organizzare la spedizione era esiguo. Ora come ora, in Abruzzo c’è l’assoluta necessità di creare le condizioni di vivibilità per gli sfollati che non dispongono di una sistemazione. Per questo, i nostri volontari hanno portato tende e tutto ciò che può essere utile per gli accampamenti allestiti nelle aree terremotate”. Dichiarazioni in linea con quanto affermato dai vertici nazionali della Protezione Civile, che hanno più volte espresso la necessità fondamentale di reperire in Abruzzo quante più tende possibile per gli oltre 50.000 senzatetto (anche se più tardi il Ministero degli Interni ha parlato fortunatamente di cifre leggermente inferiori).
Mentre il veicolo della Protezione Civile peschierese si metteva in marcia, le notizie provenienti da L’Aquila non erano purtroppo buone. Ora dopo ora, il numero dei morti aumentava, arrivando a 228 nella notte tra martedì e mercoledì, e le speranze di trovare gli oltre 30 dispersi tra le macerie si affievolivano. La scossa di magnitudo 5.8 che ha annientato una delle città più belle del centro Italia si è verificata nella notte tra domenica e lunedì. Successivamente la terra ha continuato a tremare, con una serie di movimenti di assestamento che hanno contraddistinto le 24 ore successive, senza portare fortunatamente ulteriori danni. Gli edifici lesionati in tutta la zona sono circa 10.000.
Nelle settimane precedenti, la provincia di L’Aquila era finita più volte sotto i riflettori per le scosse di terremoto che si verificavano con una frequenza allarmante, tanto che già alcuni edifici pubblici erano stati chiusi a causa dei danneggiamenti.
Davide Zanardi