Quanto pesa la pubblicità? E chi paga i costi di smaltimento? Peschiera non è sola nella battaglia contro i volantini indesiderati

Forse non tutti ricordano che il Comune di Peschiera Borromeo nei confronti della posta indesiderata e del volantinaggio a fini commerciali, dispone di una severa normativa che nell’art.6, comma K, del Regolamento di Polizia Urbana prescrive il divieto su tutto il territorio comunale di «depositare materiale pubblicitario nelle cassette postali esposte esternamente alle abitazioni nel caso in cui sia esposto, visibile, il cartello di non gradimento o sia installato apposito raccoglitore dedicato, fatta eccezione per il materiale con finalità informative, culturali o di carattere politico-elettorale», pena il pagamento di multe salate (da 50 a 300 euro) per chi venga sorpreso a violare tale ordinanza.

Nonostante quello peschierese sia uno dei pochi Comuni sensibili a questo fastidioso problema, non è certo l’unico: poco più di un anno fa, Giovanni Pioltini – assessore all’Ambiente del Comune di Albairate, nel Sud Ovest milanese – ha svolto un esperimento per quantificare in termini di peso la posta indesiderata nella propria buca delle lettere. Risultato? In un anno, ha raccolto 15 kg di volantini, brochure, cataloghi e “santini”. 
I costi che stanno dietro a queste tonnellate di carta, spesso gettata per strada senza neanche essere letta – causando un danno ambientale e al decoro urbano non indifferente –, non sono solo quelli di stampa e di distribuzione, a carico dell’azienda che li produce, ma anche di smaltimento: costi che ricadono nelle tasche del cittadino, che li ritrova nella sua bolletta dei rifiuti urbani.
Francesca Tedeschi