Treno deragliato a Lodi, Giuseppe Cicciù e Mario Di Cuonzo: chi sono i due macchinisti deceduti nell’incidente

Le vittime, abitavano a Cologno Monzese e Pioltello, erano in servizio sul treno ad alta velocità Frecciarossa Av 9595 partito da Milano e diretto a Salerno. Il sindaco di Cologno ha istituito il lutto cittadino. Lucente: «Vicini alle famiglie»

Giuseppe Cicciù e Mario Di Cuonzo

Giuseppe Cicciù e Mario Di Cuonzo

Sono due le vittime della tragedia ferroviaria avvenuto all’alba nei pressi di Ospedaletto Lodigiano. Si tratta dei due macchinisti del treno, Giuseppe Cicciù, 51 anni, originario di Reggio Calabria e residente a Cologno Monzese, e Mario Di Cuonzo, 59 anni, originario di Capua, residente a Pioltello e tra i primissimi a condurre un treno ad alta velocità in Italia. 
Giuseppe Cicciù era un ferroviere di Fs molto esperto e conosciuto per la sua passione verso il lavoro e impegnato nell’attività sindacale. Volto noto tra le file della Fit Cisl, sindacato di categoria in cui aveva militato fino alla decisione di non ricandidarsi nelle ultime elezioni per le rappresentanze sindacali per motivi familiari, Cicciù si era da sempre battuto per una riorganizzazione degli orari e dei turni di lavoro, spesso sin troppo provanti per i titolari di una responsabilità enorme come quella di condurre un treno ad alta velocità. La sua subita scomparsa ha lasciato costernati molti conoscenti e amici, ai quali si è aggiunto il cordoglio di Angelo Rocchi, sindaco di Cologno Monzese, cittadina alle porte di Milano nella quale il ferroviere risiedeva. Il sindaco di Cologno si è detto «sconvolto e preoccupato per l’incidente che ha fatto due vittime» e ha annunciato la propria presenza ad una fiaccolata che si terrà questa sera in onore di Cicciù. 
Mario Di Cuonzo, l’altra vittima, macchinista campano di 59 anni, era da tutti definito un ferroviere con la F maiuscola, un uomo dedito al proprio lavoro e uno dei pionieri dell’alta velocità nel Belpaese. Ormai prossimo alla pensione, «aveva fatto parte della prima squadra reclutata per guidare i Frecciarossa», ricorda Luigi Ciracì, della segreteria regionale della Filt Cgil. Iscritto anche lui al sindacato ma senza ruoli di rappresentanza, era sempre stato ritenuto un vero professionista. La passione per il proprio mestiere lo aveva sostenuto e guidato nel raggiungimento del traguardo a cui teneva molto, prendere il comando dei primi treni in grado di viaggiare a velocità ragguardevoli e fino a pochi anni prima impensabili; non per niente molti di coloro che oggi guidano convogli ad alta velocità hanno appreso “le regole del gioco” proprio da Di Cuonzo. Chi lo conosceva lo ricorda come un lavoratore indefesso e «davvero empatico».
«Se ci saranno responsabilità - ha dichiarato Franco Lucente, capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Lombardia -, verranno accertate. Adesso però è il momento del cordoglio e della vicinanza ai parenti delle vittime del deragliamento di Lodi di questa mattina. Tutto il lodigiano, il sud-est milanese e la Lombardia si raccolgono intorno alle persone  che ora stanno piangendo la perdita di un congiunto e ai feriti che dovranno combattere per sanare cicatrici non solo fisiche«

Lo dichiara Franco Lucente, capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Lombardia

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