Arresto cardiaco, al Policlinico di San Donato impiantato un defibrillatore extravascolare di ultima generazione: è la prima volta in Lombardia

Grazie al posizionamento del dispositivo sotto lo sterno e fuori dal cuore, vengono evitati i rischi di infezione e occlusione dei vasi. Coinvolti anche Niguarda, Centro Cardiologico Monzino e Spedali Civili di Brescia

Una nuova frontiera nella prevenzione dell’arresto cardiaco arriva dal Policlinico di San Donato dove, per la prima volta in Lombardia, è stato introdotto il defibrillatore extravascolare di ultima generazione Aurora EV–ICD. Nel progetto sono coinvolti anche L’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, l’ASST degli Spedali Civili di Brescia e il Centro Cardiologico Monzino. Il nuovo dispositivo, sviluppato da Medtronic, segna un passo avanti nella tecnologia dei defibrillatori impiantabili che prevengono la morte cardiaca improvvisa, responsabile del 50% dei decessi riconducibili al cuore. L’apparecchiatura, unica nel suo genere, prevede il posizionamento dell’elettrocatetere sotto lo sterno, all'esterno del cuore e delle vene. In questo modo Aurora EV–ICD fornisce defibrillazione salvavita e terapia di stimolazione antitachicardica (ATP) come i tradizionali defibrillatori transvenosi, ma evita le loro possibili complicanze come l'occlusione dei vasi (restringimento, blocco o compressione di una vena), il rischio di infezioni e i rischi correlati ad una eventuale estrazione. In Lombardia ogni anno si contano circa 99.000 decessi e 130.000 ricoveri ospedalieri per eventi cardiovascolari. Le malattie cardiovascolari restano la principale causa di morte e l’unica cura efficace è la defibrillazione.