Desemaforizzazione della Paullese a San Donato: il WWF chiede garanzie sulla tutela dell’oasi Levadina

Gli esponenti del gruppo ambientalista avanzano la proposta di partecipare ai tavoli istituzionali e di essere coinvolti attivamente nel percorso di progettazione e condivisione dell’intervento

L'oasi Levadina

L'oasi Levadina

In seguito alla pubblicazione delle recenti notizie riguardanti la realizzazione di due rotatorie in sostituzione dei semafori su via Gela e via Moro lungo la Paullese, il WWF Martesana Sud Milano, ente gestore dell’Oasi WWF Levadina, ha formalmente richiesto, tramite PEC indirizzata al Comune di San Donato Milanese e alla Città Metropolitana di Milano, di essere coinvolto attivamente nel percorso di progettazione e condivisione dell’intervento. L’associazione ha accolto con favore le dichiarazioni secondo cui la nuova progettazione dovrebbe ridurre l’occupazione dell’area dell’Oasi, rispettando i vincoli del Parco Agricolo Sud Milano e tenendo conto della fragilità ambientale della zona, anche in relazione alla falda superficiale e al rischio idraulico legato al fiume Lambro. Tuttavia, proprio in virtù dell’elevato valore ambientale, ecologico e naturalistico dell’Oasi Levadina, il WWF ha ritenuto necessario richiedere la condivisione dello studio di fattibilità tecnico-economica del progetto, la partecipazione agli incontri previsti con i Comuni coinvolti e una consultazione attiva per valutare eventuali impatti sull’area protetta, contribuendo alla definizione di eventuali misure di mitigazione o compensazione ecologiche. «Riteniamo fondamentale che ogni intervento infrastrutturale in aree di pregio ambientale sia accompagnato da un reale processo di partecipazione e trasparenzadichiara Giorgio Bianchini, rappresentante del WWF Martesana Sud Milano –. L’Oasi Levadina è un patrimonio da proteggere non solo per il suo valore naturalistico, ma anche per la sua funzione di presidio ecologico e idraulico nel territorio Sud-Est milanese. Il WWF Martesana Sud Milano rinnova la disponibilità a collaborare con le istituzioni per un confronto tecnico costruttivo, anche attraverso sopralluoghi congiunti, nell’interesse della tutela ambientale e della sostenibilità degli interventi».