Nuovi agenti in città. Basteranno?

Mai come negli ultimi anni vivere in una grande metropoli è diventato, per molti, sinonimo di angoscia, paura e fobie. Recenti indagini confermano una sorta di fuga, seppure non in termini apocalittici, dalle metropoli. E la questione criminalità ha molto a che vedere con questo. Eppure, al tempo stesso, la metropoli continua, nell’immaginario collettivo, a identificarsi come luogo delle opportunità e della realizzazione delle proprie ambizioni. Tra i cittadini e la propria città si è cominciato a instaurare da tempo un rapporto ambivalente. Odio e amore nei confronti della cinta urbana convivono, a volte maldestramente, in ognuno di noi.

Viene in mente il prologo di un noto film di Woody Allen che, dopo avere elencato tutti i difetti di Manhattan (droga, sporcizia, prostituzione, caos, maleducazione) conclude: "Amo New York. È la mia città e lo sarà per sempre". Più che ‘nostre’, le città siamo ‘noi’, per questo i nostri sguardi, sempre miopi o distratti quando abbracciano vasti orizzonti, diventano acutamente pignoli nei confronti dell’orticello domestico.
Basteranno telecamere e nuovi agenti in dotazione alle forze dell’ordine per arginare innanzitutto il “fantasma della paura” che non si riesce ad allontanare da San Donato?

S.D.A.