San Giuliano milanese, continua il braccio di ferro con Poste Italiane: «Serve una sede adeguata»

Ennesima lettera del sindaco, Marco Segala, a seguito della comunicazione del 23 luglio scorso, in cui Poste Italiane ipotizzava di spostare parte della corrispondenza non consegnata in un altro ufficio. Segala: «soluzione inefficace»

L'ufficio postale di via Roma

L'ufficio postale di via Roma

Una nuova sede di Poste Italiane sul territorio di San Giuliano, più grande e logisticamente più adatta ad ospitare l’utenza di una città di circa 40.000 abitanti. É questa la richiesta che, con una nuova lettera, il sindaco Marco Segala rivolge ai vertici di Poste Italiane, esprimendo la propria insoddisfazione per le comunicazioni di risposta ricevute nei giorni scorsi. Con tre lettere ufficiali inviate a dicembre 2019, maggio 2020 e giugno 2020, il sindaco aveva espresso il proprio disappunto per le carenze strutturali degli uffici postali di via Roma, rese ancora più insostenibili dalle misure anti-Covid, sottolineando l’esigenza di una nuova sede sul territorio di San Giuliano. In questo contesto, il Comune aveva anche “incassato” l’appoggio del Prefetto di Milano, Renato Saccone, che a maggio aveva invitato Poste Italiane a trovare al più presto una soluzione. Il 23 luglio Poste Italiane ha inviato alla Prefettura una risposta, in cui non solo ha confermato l’adozione delle misure anti-Covid nei propri uffici sangiulianesi, ma ha anche dichiarato di stare valutando una procedura di trasferimento alla succursale di via Indipendenza di parte della corrispondenza non consegnata e attualmente in carico all’Ufficio Postale di Via Roma. Da qui, ritenendo del tutto insufficiente e totalmente inefficace la soluzione ipotizzata, Segala ha inviato ai vertici delle Poste una nuova lettera, sperando questa volta nella risoluzione definitiva di una “ferita aperta” per la città. «Non si tratta infatti di diversificare solo il peso di talune attività, spostandole da un ufficio ad un altro – recita la missiva - bensì di individuare una sede diversa, affinché possano essere restituiti dignità e decoro agli spazi adibiti a questo importante servizio, nel rispetto dei dipendenti che vi lavorano e soprattutto dei numerosi utenti del nostro territorio».

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