Peschiera, accoglie con gli onori Ermenegildo Rossi, lo stewart dell’Alitalia che nel 2011 sventò un dirottamento di un Airbus con 131 passeggeri
Emanuele Merlino in “Un eroe. Ermenegildo Rossi, quando il coraggio fece paura all’Italia”, racconta la vicenda accaduta alla Medaglia d’Oro al Merito civile, in un libro con la prefazione di Giorgia Meloni
26 ottobre 2022
Peschiera Borromeo, 23 ottobre 2022. In
occasione della rassegna “Ottobre letterario” organizzata dal Comune di
Peschiera Borromeo, presso l’auditorium della Biblioteca comunale, Emanuele Merlino, divulgatore storico e
scrittore, ha presentato in anteprima il libro “Un eroe. Ermenegildo Rossi,
quando il coraggio fece paura all’Italia”. All’ anteprima nazionale del libro oltre una folta platea erano presenti Augusto Moretti sindaco di
Peschiera Borromeo, l’onorevole Paola Frassinetti, Francesco Paolo Capone
segretario generale dell'UGL (Unione Generale del Lavoro); tutti curiosi
di ascoltare dal vivo, la testimonianza dell’eroe in persona, Ermenegildo Rossi.
Cosa passa per la mente di una persona quando per salvare gli altri è pronto a sacrificare se stesso? Cosa l’ha spinto a farlo? Si aspetta qualcosa in cambio? Come è cambiata la sua vita? A queste ed ad altre domande Merlino ci invita a trovare una risposta tra le righe di questo libro. Recita la seconda di copertina: «sul volo Parigi-Roma del 24 aprile 2011, un passeggero prende in ostaggio una hostess per dirottare l’aereo verso Tripoli. Sarebbe una tragedia se non intervenisse il capocabina Ermenegildo Rossi. Per questo atto eroico ottiene la Medaglia d’Oro al Merito Civile. Tutto bene? Purtroppo no».
Nella prefazione a firma Giorgia Meloni c’è tutto il grido di una nazione messa di fronte ad un’ingiustizia di questo calibro, perpetrata nei confronti di una persona di grande valore. Nella prima parte del libro il lettore viene coinvolto dal racconto della vicenda, avvincente quanto la trama di un action thriller di Holliwood, nella quale non ci addentreremo per non rovinare il pathos del volume. Quello che è ancor più sconvolgente, è tutto ciò che ne è seguito. La vicenda è scomparsa “dai radar” dell’informazione quasi subito, poche e confuse le notizie apparse nella cronaca nazionale. Fuori dal main stream televisivo e dei grandi media, poche sono le tracce che si trovano sulla carta stampata italiana, ma ne troviamo invece su Tengrinews.kz., un sito kazako di informazione. E questo già la dice lunga sulla volontà che vi è stata nel voler insabbiare i fatti fin dall’inizio. Sarebbe impossibile dilungarsi qui presentando la figura del dirottatore, Valery Tolmachev, cittadino kazako, diplomatico di carriera, dipendente dell’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura) che un bel giorno sul volo che dovrebbe portare a Roma, decide che per protesta contro l’attacco NATO in Libia si debba atterrare invece a Tripoli. I punti oscuri della vicenda troverebbero una spiegazione nei rapporti diplomatici tra Italia e Kazakistan ma niente lo conferma. Tolmachev, una volta arrestato dalle autorità italiane, è stato accusato di rapimento e tentativo di dirottamento ma una successiva perizia ha stabilito che fosse malato di mente, quindi non imputabile. Ben sei anni dopo (nel 2017), Ermenegildo Rossi, su sollecito di un conoscente venuto a sapere dell’esistenza di un procedimento per concedergli un riconoscimento, decide di consultare il sito del Quirinale. Incredibilmente lo stewart romano scopre che la Repubblica Italiana gli ha conferito un'onorificenza: la Medaglia d’Oro al Merito Civile, uno dei pochi a riceverla ancora in vita. Inizia l’attesa per essere convocato alla cerimonia ufficiale di conferimento, ma quel giorno sembra non arrivare mai. Dopo sei mesi giunge una telefonata dalla Prefettura che lo invita a recarsi al palazzo per ritirare la medaglia e l'attestato con le motivazioni, firmato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La consegna assume toni grotteschi, una volta di più lasciamo ai lettori scoprirne i dettagli. Quel che ci preme sottolineare è la mancanza di solennità intorno ad un fatto che avrebbe dovuto essere celebrato con tutti gli onori del caso. «Le onorificenze non si danno solo alla persona ma anche per dare un esempio. Cioè per insegnare che c’è qualcuno che rischia la vita per altri e che dobbiamo prendere spunto per fare, ovunque sia possibile, la scelta giusta per gli altri prima che per noi stessi», afferma Ermenegildo Rossi, un uomo di spessore, dai saldi principi. Durante tutte le fasi del processo al presunto terrorista, l'eroe dell'Airbus 321 non è mai stato convocato in tribunale per deporre sui fatti avvenuti. Scoprano i lettori i dettagli processuali e la chiusura della vicenda. Tuttavia benché esonerato dopo i fatti dal suo precedente incarico, oggi incredibilmente Valery Tolmachev ricopre ancora un ruolo di rilievo presso l’UNESCO. L’ultima parte del libro è un’intervista a Ermenegildo Rossi dalla quale scaturisce ancora la sua figura umile ma ricca di umanità. «Devo cercare, per quanto possibile, di essere all’altezza di quel momento. Devo incarnare quei valori, devo ogni giorno riconfermare d’essere irreprensibile e pronto, se necessario a rischiare nuovamente la vita per gli altri. Quando si è definiti “eroi” lo si è per tutta la vita. È un onore ma anche un impegno da mantenere». Chapeau Ermenegildo Rossi.
Cosa passa per la mente di una persona quando per salvare gli altri è pronto a sacrificare se stesso? Cosa l’ha spinto a farlo? Si aspetta qualcosa in cambio? Come è cambiata la sua vita? A queste ed ad altre domande Merlino ci invita a trovare una risposta tra le righe di questo libro. Recita la seconda di copertina: «sul volo Parigi-Roma del 24 aprile 2011, un passeggero prende in ostaggio una hostess per dirottare l’aereo verso Tripoli. Sarebbe una tragedia se non intervenisse il capocabina Ermenegildo Rossi. Per questo atto eroico ottiene la Medaglia d’Oro al Merito Civile. Tutto bene? Purtroppo no».
Nella prefazione a firma Giorgia Meloni c’è tutto il grido di una nazione messa di fronte ad un’ingiustizia di questo calibro, perpetrata nei confronti di una persona di grande valore. Nella prima parte del libro il lettore viene coinvolto dal racconto della vicenda, avvincente quanto la trama di un action thriller di Holliwood, nella quale non ci addentreremo per non rovinare il pathos del volume. Quello che è ancor più sconvolgente, è tutto ciò che ne è seguito. La vicenda è scomparsa “dai radar” dell’informazione quasi subito, poche e confuse le notizie apparse nella cronaca nazionale. Fuori dal main stream televisivo e dei grandi media, poche sono le tracce che si trovano sulla carta stampata italiana, ma ne troviamo invece su Tengrinews.kz., un sito kazako di informazione. E questo già la dice lunga sulla volontà che vi è stata nel voler insabbiare i fatti fin dall’inizio. Sarebbe impossibile dilungarsi qui presentando la figura del dirottatore, Valery Tolmachev, cittadino kazako, diplomatico di carriera, dipendente dell’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura) che un bel giorno sul volo che dovrebbe portare a Roma, decide che per protesta contro l’attacco NATO in Libia si debba atterrare invece a Tripoli. I punti oscuri della vicenda troverebbero una spiegazione nei rapporti diplomatici tra Italia e Kazakistan ma niente lo conferma. Tolmachev, una volta arrestato dalle autorità italiane, è stato accusato di rapimento e tentativo di dirottamento ma una successiva perizia ha stabilito che fosse malato di mente, quindi non imputabile. Ben sei anni dopo (nel 2017), Ermenegildo Rossi, su sollecito di un conoscente venuto a sapere dell’esistenza di un procedimento per concedergli un riconoscimento, decide di consultare il sito del Quirinale. Incredibilmente lo stewart romano scopre che la Repubblica Italiana gli ha conferito un'onorificenza: la Medaglia d’Oro al Merito Civile, uno dei pochi a riceverla ancora in vita. Inizia l’attesa per essere convocato alla cerimonia ufficiale di conferimento, ma quel giorno sembra non arrivare mai. Dopo sei mesi giunge una telefonata dalla Prefettura che lo invita a recarsi al palazzo per ritirare la medaglia e l'attestato con le motivazioni, firmato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La consegna assume toni grotteschi, una volta di più lasciamo ai lettori scoprirne i dettagli. Quel che ci preme sottolineare è la mancanza di solennità intorno ad un fatto che avrebbe dovuto essere celebrato con tutti gli onori del caso. «Le onorificenze non si danno solo alla persona ma anche per dare un esempio. Cioè per insegnare che c’è qualcuno che rischia la vita per altri e che dobbiamo prendere spunto per fare, ovunque sia possibile, la scelta giusta per gli altri prima che per noi stessi», afferma Ermenegildo Rossi, un uomo di spessore, dai saldi principi. Durante tutte le fasi del processo al presunto terrorista, l'eroe dell'Airbus 321 non è mai stato convocato in tribunale per deporre sui fatti avvenuti. Scoprano i lettori i dettagli processuali e la chiusura della vicenda. Tuttavia benché esonerato dopo i fatti dal suo precedente incarico, oggi incredibilmente Valery Tolmachev ricopre ancora un ruolo di rilievo presso l’UNESCO. L’ultima parte del libro è un’intervista a Ermenegildo Rossi dalla quale scaturisce ancora la sua figura umile ma ricca di umanità. «Devo cercare, per quanto possibile, di essere all’altezza di quel momento. Devo incarnare quei valori, devo ogni giorno riconfermare d’essere irreprensibile e pronto, se necessario a rischiare nuovamente la vita per gli altri. Quando si è definiti “eroi” lo si è per tutta la vita. È un onore ma anche un impegno da mantenere». Chapeau Ermenegildo Rossi.
Cristina Coppa
Un eroe. Ermenegildo Rossi, quando il
coraggio fece paura all’Italia.
Prefazione di Giorgia Meloni
Edizioni Eclettica 2022
€ 15,00
26 ottobre 2022