Siamo in un periodo dove il valore non è dato alle parole, ma è dato a chi esprime le parole; quindi non conta quello che dici ma chi lo dice

L’esempio più chiaro su questo tema è quello che sta succedendo relativamente al nuovo Consultorio a Peschiera Borromeo

La parola è una delle competenze umane più sviluppate e, non solo per la sua varietà, è quella che ci distingue dalle altre specie animali. Quello che ci distingue però non è solo l’emissione di un suono ma l’articolazione di un pensiero e il tentativo di rendere comprensibile quello che pensiamo.
Siamo gli unici che hanno costellato i secoli con opere letterarie, con canzoni e usiamo sinonimi e metafore in modo da poter esprimere nella, sua accezione più ampia, il nostro pensiero. Partendo da questo presupposto, da questa base comune sarebbe logico affermare che il dialogo, il confronto e la discussione sono degli aspetti fondamentali del nostro vivere civile, della nostra capacità di convivere con gli altri. Nel nostro tempo la parola, il confronto, il dialogo sembrano oppressi da altre forme espressive, non meno efficaci di sicuro, ma non esaustive. Proprio a causa di queste nuove forme espressive a volte mi sembra che siamo finiti in un gorgo dove al confronto privilegiamo lo scontro, alle parole le offese, in una sorta di impunità e di immunità che ci sembra garantita dai social
Il dialogo, il confronto richiedono sforzo, capacità, richiedono chiarezza nell’esprimere le proprie convinzioni in modo da far valere i nostri diritti e le nostre idee. Spiegare con chiarezza quello che uno ha in mente non è facile, innanzitutto perché richiede un processo cerebrale propedeutico all’espressione verbale, perché prima di esprimerci dobbiamo aver fatto chiarezza in noi, dobbiamo avere conoscenza e consapevolezza di quello che vogliamo parlare.
Purtroppo siamo in un periodo dove il valore non è dato alle parole, ma è dato a chi esprime le parole; quindi non conta quello che dici ma chi lo dice. Cosi come la valutazione di atti, iniziative vengono ritenuti validi se la persona che li ha proposti è integerrima, ha competenza in materia, come se ci fosse l’applicazione di un dogma: la persona è valida quindi l’iniziativa è valida. Concetto perlomeno alquanto superficiale che va contro proprio alla capacità delle persone di avere un confronto costruttivo, basandosi su quali vantaggi derivano da quell’atto. L’esempio più chiaro su questo tema è quello che sta succedendo relativamente al nuovo Consultorio a Peschiera Borromeo, in mancanza di un confronto serio sul tema, che doveva essere fatto da tempo, in mancanza di una capacità, da parte della maggioranza, di aprire una discussione avente come obiettivo l’interesse dei cittadini, le richieste dell’opposizione vengono derubricate come mera strumentalizzazione perché chi ha deciso di fare ciò, spero deciso in un ambito collegiale di giunta, è immune da tutto quello di cui viene imputata perché la sua storia parla da sé. Mutuando l’ultimo canto del purgatorio dico: speriamo che l’anno prossimo usciremo a riveder le stelle.

“La prima condizione perché il dialogo sia possibile è il rispetto reciproco, che implica il dovere di comprendere lealmente ciò che l’altro dice.” – Norberto Bobbio
Moreno Mazzola