Emergenza profughi, Mediglia e Tribiano scrivono a Peschiera per un tavolo congiunto, il PD guarda alle istituzioni superiori

A Milano Sala incassa l’impegno di alcuni comuni ad accogliere i richiedenti asilo presenti sul territorio meneghino, Cologno dice no

Angelo Ronchi (Lega)

Angelo Ronchi (Lega) Sindaco di Cologno Monzese

La preoccupazione per l’arrivo della tendopoli di 300 richiedenti asilo annunciata a Peschiera dal Prefetto, è stata resa pubblica dai sindaci di Mediglia e Tribiano: Paolo Bianchi e Franco Lucente. I quali, in un incontro promosso da Fratelli d’Italia a Peschiera Borromeo, lo scorso 13 luglio, hanno invitato pubblicamente il Sindaco di Peschiera Borromeo a convocare una conferenza urgente dei comuni del distretto sociale (Peschiera, Pantigliate, Paullo, Tribiano e Mediglia). Gli annunci del Sindaco Caterina Molinari, la davano per imminente, ma non avendo avuto riscontri, lunedì 18 luglio, tramite gli assessori alla partita, i due sindaci hanno invitato, con una lettera protocollata, l’Amministrazione Molinari a convocare una conferenza urgente di  per discutere le problematiche del piano del Prefetto. Sull’onda dello scontento per la decisione del Prefetto, è nato anche un gruppo su Facebook “No alla Tendopoli dei 300” che in pochi giorni ha raccolto oltre 1.000 adesioni, e chiede che i Prefetto riveda il numero dei richiedenti asilo che vuole allocare al confine fra Peschiera e Mediglia presso l'ex caserma dell'Areonautica. Intanto martedì 19 alle 21 nell’aula Consiliare di Paullo si terrà un incontro fra cittadini per discutere una mobilitazione efficace. Il Partito Democratico di Peschiera Borromeo per mezzo di un comunicato stampa fa sapere: «È fondamentale soprattutto che gli Amministratori del nostro paese abbiano un atteggiamento chiaro nei confronti del Prefetto: solo lui infatti ha la facoltà di imporre ai Sindaci dei comuni limitrofi un'equa distribuzione del contingente. La Prefettura dovrebbe, a nostro avviso, coinvolgere il Sindaco della Città Metropolitana ed i Sindaci che hanno il medesimo problema di accoglienza. Questo per dare il via ad un percorso che preveda, in primis, la mappatura di tutti i Comuni metropolitani in modo da definire con la massima precisione un numero congruo di persone da accogliere per ognuno di essi. Successivamente è doveroso sviluppare un progetto che riguardi non solo i comuni vicini ma l'intera Città metropolitana e la Regione Lombardia. Solo enti superiori come Città Metropolitana, Regione e Governo hanno il potere di evitare l’afflusso di 300 persone che sarebbero ghettizzate e non accolte, di conseguenza è necessario aprire un tavolo di concertazione – conclude il comunicato - con rapidità e fermezza». Dal palazzo di municipale trapelano le febbrili attività, ma per ora ancora niente di ufficiale, il Sindaco Molinari il 13 luglio ha dichiarato in una nota diffusa sui social: «Sto proseguendo nei colloqui con i Sindaci dei Comuni limitrofi per trovare una soluzione che scongiuri l’insediamento della tendopoli sull’area demaniale di Bellaria. Ribadisco che tale soluzione non è accettabile e che ogni sforzo sarà profuso per evitare l’arrivo di 300 persone nelle modalità prospettate dalla Prefettura». Nel frattempo a palazzo Isimbardi  Lunedì 18 luglio, si è svolto un vertice sull’accoglienza profughi convocato dal Sindaco di Milano Giuseppe Sala, a cui hanno partecipato i sindaci di Arese, Bollate, Bresso, Buccinasco, Cologno Monzese, Garbagnate, Lainate, Novate, Senago, Cormano, Cinisello, Sesto san Giovanni, Settimo, Paderno, Rozzano, Cernusco, Abbiategrasso. Secondo Sala l’incontro ha avuto esito "positivo". Sala ha dichiarato che  è possibile distribuire meglio i migranti visto che Milano ha il 42 per cento della popolazione dell'area metropolitana ma il 66 per cento dei migranti. Solo il sindaco Angelo Rocchi di Cologno Monzese (Lega) ha opposto un netto rifiuto ad ospitare anche un solo rifugiato, gli altri sindaci si sono mostrati disponibili ad affrontare il problema. Nell’area del Sud Est Milano, i Sindaci di Paullo, Mediglia e Tribiano hanno dichiarato di non avere strutture disponibili e di non poter ospitare nessuno.