Bracciate di memoria: 27.250 metri di nuoto per ricordare le vittime innocenti delle mafie

L’associazione “Vedo, sento, parlo” di Peschiera Borromeo svolgerà in collaborazione con il Comune di Segrate la quarta edizione dell’iniziativa in memoria di Giuseppe Tallarita

Domenica 30 marzo alle ore 16, presso la piscina comunale Sport Plus di Segrate – in via Roma 37 – si terrà la quarta edizione di Bracciate di memoria, l’iniziativa sportiva e commemorativa organizzata dall’associazione “Vedo, sento, parlo”, nata a Peschiera Borromeo in memoria di Giuseppe Tallarita. L’evento si inserisce nel calendario delle iniziative per la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, che si celebra ogni anno il 21 marzo.

Simbolicamente, saranno percorsi 27.250 metri in vasca, uno per ciascuna delle vittime innocenti della criminalità organizzata. Una cifra che diventa gesto, impegno, responsabilità collettiva: ogni bracciata un nome, ogni vasca un ricordo che riaffiora.

Nuotare insieme per non dimenticare

L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Segrate, è aperta a tutti, adulti e bambini, e non ha finalità competitive. Ogni partecipante potrà scegliere liberamente il numero di vasche da affrontare – tra 5, 10, 20, 40, 60, 80, 100 – contribuendo così al raggiungimento dell’obiettivo complessivo dei 27.250 metri.

Per partecipare è necessario inviare una mail all’indirizzo [email protected], indicando nome, cognome e numero di vasche scelte. A seguito dell’iscrizione, i partecipanti riceveranno il programma completo della giornata e tutte le indicazioni organizzative.

L’iniziativa si presenta come un momento collettivo di memoria e cittadinanza attiva: lo sport come strumento per educare, sensibilizzare, raccontare. Il claim dell’evento, «Lo sport non dimentica», riassume perfettamente lo spirito con cui l’associazione “Vedo, sento, parlo” ha ideato questa manifestazione.

Ospiti, testimonianze e impegno civile

Durante l’evento interverranno rappresentanti delle istituzioni, del giornalismo, dell’associazionismo e del mondo sportivo. Saranno presenti:

  • Marco Griguolo, presidente della Commissione antimafia della Città Metropolitana di Milano, in rappresentanza delle istituzioni locali
  • Matteo Milli, nuotatore, preparatore atletico e content creator acquatico, che si metterà in vasca per dare il suo contributo simbolico alla causa
  • Samuele Leoni, in rappresentanza della società sportiva Sport Plus, che gestisce la piscina comunale
  • Carlo D’Elia, giornalista del Corriere della Sera, che porterà il punto di vista dell’informazione sul tema mafie e legalità
  • Alessandro Ghizzoni, educatore della comunità Kayros Onlus, da anni impegnato in progetti educativi e sociali rivolti ai minori
  • Fabio Bottero, coordinatore regionale di Avviso Pubblico, rete nazionale di enti locali contro le mafie
  • Giovanni e Francesca Gabriele, genitori di Dodò, il bambino ucciso a soli 11 anni in un agguato di ‘ndrangheta nel 2009 a Crotone

Le parole di chi è stato toccato in prima persona dalla violenza mafiosa, come nel caso dei genitori di Dodò Gabriele, saranno uno dei momenti più intensi dell’iniziativa. Le loro voci daranno un volto e un’anima ai numeri, restituendo senso e profondità a ogni singola bracciata.

La memoria passa anche dall’acqua

L’associazione “Vedo, sento, parlo”, attiva a Peschiera Borromeo ma presente con iniziative in tutto il Sud Est Milano, ha scelto Segrate per questa quarta edizione di Bracciate di memoria, consolidando così una rete di collaborazione tra territori nel segno della legalità e della responsabilità civile.

«Abbiamo voluto portare questa manifestazione fuori dal nostro comune di origine – spiegano gli organizzatori – perché crediamo che la memoria non debba restare confinata, ma nuotare, diffondersi, coinvolgere più persone possibili. Soprattutto i giovani, che sono i cittadini di domani».

La piscina diventa così uno spazio di memoria liquida ma resistente. Una vasca dove si nuota insieme per dare corpo a un ricordo collettivo. Ogni metro percorso non è solo acqua smossa, ma coscienza che si muove.

Perché, come ricorda il nome dell’associazione, vedere, sentire e parlare sono i primi passi per non voltarsi dall’altra parte.