Il Tribunale di Milano condanna Comune e Atm, "tram discriminatori"

Accolto il ricorso presentato da un cittadino affetto da disabilità motoria, per il quale è impossibile accedere al tram 24, ora Atm e Comune hanno 6 mesi per intervenire

Tram discriminatorio, l'accesso è impossibile ai disabili

Tram discriminatorio, l'accesso è impossibile ai disabili

Milano, il Tribunale ha condannato il Comune e Atm. Il motivo è da ricondurre ad una questione che da anni suscita problematiche alla mobilità di molte persone. I tram sono infatti stati dichiarati “discriminatori” per la loro inaccessibilità. I giudici milanesi hanno accolto il ricorso presentato da un uomo affetto da disabilità motoria. Questa persona deve ricorrere da anni all’utilizzo di trasporti privati, dato che il tram –il numero 24- che dovrebbe utilizzare per raggiungere il centro città, non gli è reso accessibile. Di conseguenza, dovrebbe cambiare ben quattro mezzi atm, ovvero la linea gialla della metropolitana e tre linee di superficie, per percorrere lo stesso itinerario.  La Ledha (coordinamento cittadino milanese per i diritti delle persone con disabilità) ha reso nota oggi la sentenza datata 18 giugno, con la quale il Tribunale ha ordinato al Comune di Milano e Atm di intervenire: Gli imputati hanno tempo fino al 31 dicembre 2015 per eliminare la situazione di discriminazione dei tram 24. Atm dovrà inserire  «un numero di vetture (tali da assicurarne l'utilizzo da parte del disabile nelle diverse ore della giornata) accessibili al disabile motorio». Il Comune, al contempo, dovrà adeguare marciapiedi e banchine, in modo tale da rendere più facilmente agevole la salita sul tram.
L’Associazione Ledha ha sempre insistito sul tema del diritto alla mobilità, promuovendo diversi incontri con il Comune, e ha sottolineato l’importanza di questa sentenza, poiché garantire alle persone con disabilità la possibilità di muoversi liberamente e autonomamente, costituisce il rispetto della dignità di tali persone. Nonostante la sentenza rappresenti un passo importate nella lotta contro questo genere di discriminazione, «Non è mai positivo – ha affermato Marco Rasconi, presidente di Ledha Milano - che, per vedere rispettato un proprio diritto, si debba ricorrere a un tribunale. I problemi però restano. E le persone con disabilità faticano a muoversi in città senza avvalersi delle cooperative di trasporto: un servizio che deve essere pagato, che rappresenta un costo non indifferente per chi ne usufruisce e che viene coperto solo in parte dal Comune attraverso il riconoscimento dei contributi legati alla soglia Isee».