Peschiera Borromeo, strage di alberi per far posto alla ciclabile di Città Metropolitana di Milano: mancata partecipazione e poca trasparenza

Il fallimento della politica che costa caro ai cittadini e all'ambiente. Le responsabilità che si intrecciano tra il passato, il presente e il silenzio dei verdi e degli ambientalisti; lunedì si celebreranno i funerali dei nostri alberi all'incontro con Città Metropolitana di Milano

I bellissimi pini marittimi tagliati in via 2 Giugno

I bellissimi pini marittimi tagliati in via 2 Giugno

I bellissimi pini marittimi tagliati in via 2 Giugno

I bellissimi pini marittimi tagliati in via 2 Giugno

I fintambientalisti verdi e

A Peschiera Borromeo la storia degli alberi tagliati per fare spazio alla ciclabile di Città Metropolitana di Milano rappresenta un emblematico fallimento della politica, una vicenda in cui tutti, a vario titolo, portano sulle spalle il peso delle proprie responsabilità. Non solo gli amministratori passati, che avallarono il progetto senza opporre obiezioni, ma anche quelli attuali, che con un cambio di ruolo – da opposizione a maggioranza – sembrano aver messo da parte le critiche per non entrare in conflitto con l’ente sovraordinato.

Questa volta, a farne le spese sono stati numerosi alberi che per anni hanno fatto parte del paesaggio urbano, regalando ombra, ossigeno e bellezza. Tagliati senza troppe cerimonie per fare spazio alla linea 7 del Biciplan, un progetto che, a detta di molti, sembra essere stato pianificato senza tenere in considerazione il territorio e le sue peculiarità. Il risultato? Un intervento che, in nome della mobilità sostenibile, calpesta il valore della natura esistente, lasciando cittadini e ambientalisti attoniti davanti a un’ideologia che si proclama "green" ma che, nei fatti, si traduce in una strage ambientale.

Le responsabilità della politica locale

Il primo passo formale che ha legittimato questo progetto risale al 10 gennaio 2024, quando la Giunta Accosa (FdI) approvò con la Delibera di Giunta n.1 il piano di Città Metropolitana di Milano. Un atto che ha dato il via libera al progetto senza sollevare critiche o proporre alternative che salvaguardassero gli alberi preesistenti. Ma la Giunta Accosa non è sola nel portare il peso di questo intervento: anche l’opposizione di allora, oggi maggioranza guidata dalla giunta di Andrea Coden, non ha saputo vigilare né alzare la voce contro una scelta tanto impattante.

E oggi, quel silenzio sembra persistere. Nonostante l’opposizione di un anno fa sia ora al comando, la volontà di mettere in discussione un progetto targato Città Metropolitana di Milano, governata da una coalizione politica affine, sembra inesistente. Piuttosto, si preferisce mantenere un profilo basso, evitando conflitti con un’amministrazione dello stesso colore politico.

“Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla", cit. Martin Luther King.

Il problema della trasparenza e la mancata partecipazione

Ma ciò che è più grave, è il modo in cui tutta questa vicenda è stata gestita: senza trasparenza e senza un reale coinvolgimento della comunità locale. Da giugno l’amministrazione prometteva un incontro pubblico per illustrare il Biciplan, ma il primo appuntamento ufficiale è stato fissato solo per lunedì 10 dicembre, quando ormaigli alberi sono stati abbattuti e «la frittata è già fatta», come dicono alcuni cittadini.

Organizzare un incontro pubblico dopo che le decisioni principali sono state attuate appare come un tentativo tardivo di contenere il malcontento. I cittadini non hanno avuto modo di esprimere il proprio dissenso né di proporre alternative, lasciando la sensazione che la politica locale abbia deliberatamente scelto di mantenere un basso profilo per evitare di «fare polvere» su una questione tanto controversa.

Città Metropolitana di Milano e la gestione del progetto

Dall’altra parte, Città Metropolitana di Milano è accusata di aver pianificato un intervento a tavolino, senza effettuare un’adeguata analisi del territorio. «Sembra proprio che non siano mai venuti a guardare con i propri occhi cosa avrebbero combinato», commenta un cittadino indignato fermo a contemplare i pini marittimi abbattuti di via 2 Giugno. La promessa di piantare nuovi alberi come compensazione lascia molti scettici: alberi giovani, appena messi a dimora, non potranno mai sostituire il valore ecologico ed estetico degli imponenti pini marittimi abbattuti.

Le associazioni ambientaliste tutte in silenzio, sarebbe stato lo stesso con un'amministrazione di centrodestra in maggioranza?

In questa vicenda non possono essere esenti da responsabilità le associazioni ambientaliste e i comitati locali, spesso visti come i guardiani del territorio ma che, in troppe occasioni, sembrano agire con un’agenda dettata dalla strumentalizzazione politica di turno. La loro presenza si manifesta a senso unico, con clamore e mobilitazioni quando si tratta di contestare amministrazioni non allineate alla propria visione ideologica, mentre cala un silenzio assordante di fronte a decisioni altrettanto discutibili prese da enti o amministrazioni "amiche". In questo caso, il taglio degli storici pini marittimi di via 2 Giugno non ha visto una reazione adeguata né una denuncia pubblica da parte di queste realtà. Una mancanza che fa sorgere dubbi sulla coerenza di chi dovrebbe difendere l’ambiente in maniera imparziale, senza essere guidato da logiche di opportunismo politico, ma con l’unico scopo di tutelare il territorio e il suo patrimonio naturale.Viene da pensare che se tutto questo fosse successo con un'amministrazione di centrodestra in carica, la reazione sarebbe stata declinata con toni e modalità ben differenti.

L'appuntamento del 10 dicembre e il futuro della città

Lunedì 10 dicembre 2024, alle ore 18, in biblioteca, i tecnici di Città Metropolitana di Milano incontreranno i cittadini per rispondere alle domande e chiarire le motivazioni del progetto. Ma resta il dubbio che, a quel punto, le risposte possano servire a poco. «Abbiamo tante domande da fare», scrivono sui social i residenti, ma il sentimento che prevale è quello di amarezza: amarezza per una politica che non ha saputo vigilare e per un’amministrazione che non ha saputo ascoltare.

In questa vicenda, a perdere sono stati tutti: la politica, che non è riuscita a tutelare il territorio e la comunità; l’ambiente, privato di alberi storici; e, soprattutto, i cittadini, che si trovano davanti a una città sempre più impoverita nel suo patrimonio naturale. Forse avremo una nuova ciclabile, ma a quale costo?

Giulio Carnevale