Peschiera, bufera sulla rinuncia agli “Orti Solidali”, Caritas, Auser e Circolo Arci contro la decisione della Giunta Molinari

«Non ha prevalso la considerazione dell’alta valenza sociale del progetto premiato con il finanziamento della Fondazione Cariplo»

«Peschiera Bene Comune si è sottratta all'impegno preso prima elle elezioni»

La recente la decisione della Giunta Molinari di rescindere dal partenariato con la Cooperativa sociale Alboran e numerose associazioni del territorio, legato al finanziamento di  100mila Euro ottenuto attraverso la partecipazione al Bando Fondazione Cariplo denominato “Comunità Resilienti”, non è andata giù alla Caritas Locale, all’Auser Insieme di Peschiera e al Circolo Arci l'Isolachenonc'e'.

I Presidenti delle tre Associazioni attive sul territorio comunale, Enzo Casati, Piero Boron e Donatella Lanati hanno scritto al Sindaco Molinari e a tutta la Giunta  esternando  la loro disapprovazione: «Dopo la comunicazione ufficiale – si legge nella lettera inviata in Comune il 19 gennaio - e le dichiarazioni sulla stampa locale da parte dell'Amministrazione Comunale di Peschiera Borromeo, che, in via definitiva, sancisce la rinuncia a portare avanti il progetto sociale denominato Orti in Comune, siamo a sottolineare la nostra amarezza  e disappunto per tale decisione, e contestiamo in primo luogo i contenuti della motivazione : destinare i fondi (N.d.r. 160 mila Euro) da investire da parte del Comune a opere di manutenzione stradale. Le manutenzioni – continua la lettera delle realtà associative - sono un problema costante, le risorse vanno accantonate, e sono spese, altro è parlare di investimenti».

La Cooperativa Alboran  (capofila)  si sarebbe dovuta far carico delle due persone che avrebbero lavorato  in pianta stabile nell’Orto Solidale, uno svantaggiato e un agronomo; delle spese relative alla gestione del verde produttivo, dell’acquisto delle varie piante  e delle spese per la preparazione del terreno. Al progetto avevano aderito anche la Facoltà di scienze agrarie dell’Università degli Studi di Milano, la Caritas cittadina con le comunità pastorali, la Coop Lombradia, la Cooperativa Sociale il Bivacco, il progetto Educazione alimentare teenagers dell’Ospedale di San Donato Milanese e le diverse altre associazioni del territorio: Auser, Punto Cardinale, Peschiera Bene Comune, Arci L’Isolachenonc’è.

La gestione condivisa delle produzioni agricole, avrebbe avuto  come scopo principale non tanto quello di distribuire i prodotti raccolti tra i gestori delle coltivazioni , come avviene in altri progetti simili, ma quello di fornire materia prima di alta qualità che venisse poi  distribuita, preparata e trasformata in pasti, in modo solidale, a tutte le persone che avessero necessità di un aiuto concreto. Tutte queste attività avrebbero dovuto essere  realizzate con la collaborazione dei Servizi sociali del Comune di Peschiera Borromeo e la Caritas, che sul territorio lavora già attraverso la gestione di pacchi alimentari e altre iniziative di solidarietà.
 
Nell’area, era stato previsto un boschetto con piante ad alto fusto autoctone, con siepi e cespugli tipici locali; un area didattica; un frutteto didattico partecipato; una zona per le arnie delle api; una zona compostaggio; gli orti solidali; un area ricreativa eco solidale con coltivazioni floreali; una casetta removibile in legno di circa 60mq per le varie attività. Alla coltivazione e alla gestione dell’area sarebbe stata deputata una Associazione costituita da tutti i cittadini che avessero  aderito. All’interno dell’area di 32.000 mq di via Carducci ci sarebbe anche stato ampio spazio al recupero di antiche varietà ormai scomparse.

Secondo le tre associazioni peschieresi non ha prevalso la considerazione dell’alta valenza sociale del progetto premiato appunto con il finanziamento della Fondazione Cariplo; si è perso molto tempo gettando al vento il lavoro di tante realtà che, per la prima volta, erano  riuscite a riconoscersi in valori comuni, sottoscrivendo l'adesione per dare il proprio contributo in modo condiviso e complementare; non si è voluto dare la priorità ad una visione di medio -lungo periodo nel progettare una città del futuro, in questo caso più solidale ed inclusiva: «Un progetto sociale così importante– continua la lettera delle realtà associative -, avrebbe avuto bisogno di un investimento iniziale e poi altri nuovi progetti per sostenerlo, e molto "tempo" per la sua completa realizzazione.  Questo "tempo" condiviso avrebbe creato una vera coesione sociale, con la valorizzazione del lavoro delle associazioni, del privato sociale, dei singoli cittadini interessati, dei giovani e anche i soggetti svantaggiati e i migranti avrebbero potuto trovare un luogo d'incontro e di riferimento.  Si è persa l'occasione di fare di Peschiera Borromeo un vero laboratorio di sperimentazione attiva , un esempio all'interno della città metropolitana. Una città orientata a trovare soluzioni percorribili, per dare risposte concrete alle sfide cui siamo chiamati, rispetto all'inclusione, alla solidarietà e al lavoro, dove il volontariato da solo non può più fare fronte.  Principalmente – ribadiscono i tre presidenti - avrebbe dovuto prevalere una forte volontà politica nell'accogliere tale sfida, ma così non è stato». 

Infine la lettera finisce con una frecciata a Peschiera Bene Comune, la lista che sostiene Caterina Molinari, che ha sostenuto aderito e sottoscritto,  il progetto presentato sotto l’amministrazione Zambon “Orti Soldiali” : «Dispiace constatare inoltre che una realtà associativa, ora forza politica di governo, si sia sottratta all'impegno sottoscritto prima delle elezioni».