Peschiera, Consultorio, le domande della dottoressa Kustermann mettono a nudo tutti i silenzi dell’amministrazione sulla vicenda

«Cattolico o laico l’importante che risponda nella stesso modo, alle istanze degli utenti. Controllate. Forse non era il posto giusto per realizzare questo intervento»

Alessandra Kustermann

Alessandra Kustermann Direttore di Unità Operativa Complessa , e referente del Pronto Soccorso e Accettazione Ostetrico-Ginecologica, SVSeD e Consultorio Familiare del Policlinico di Milano

Peschiera Borormeo, 17 maggio 2020.
Durante la registarzione di Dentro la Notizia l'approfondimento video di 7giorni, aibbiamo chiesto l’opinione della dottoressa Alessandra Kusterman, Direttore di Unità Operativa Complessa, e referente del Pronto Soccorso e Accettazione Ostetrico-Ginecologica, SVSeD e Consultorio Familiare del Policlinico di Milano, sulla vicenda del Consultorio famigliare di Peschiera Borromeo affidato per 18 anni al Centro per la Famiglia Cardinale Carlo Maria Martini Onlus.
I cittadini di  Peschiera Borromeo si devono preoccupare per la gestione del Consultorio famigliare da parte di una onlus di ispirazione Cattolica? Quali sono le norme che regolano questi centri?  L’iter è regolare?
«La legge istitutiva dei consultori risale al 1975 e dava indicazioni molto chiare su che cosa doveva essere per lo stato italiano un consultorio familiare - risponde la dott.ssa Kustermann -. Nella nostra regione sono stati accreditati moltissimi consultori familiari cattolici e laici. I consultori devono occuparsi di prevenzione,  di gravidanze indesiderate, di maternità, di sessualità. Uno degli scopi dei consultori è anche quello di diffondere tra la popolazione, i corretti modelli di prevenzione,  anche delle malattie sessualmente trasmesse. Le patologie devono essere trattate nello stesso modo sia nei consultori cattolici accreditati, sia nei consultori pubblici, sia nei consultori laici. Teoricamente  dovrebbero rispondere nello stesso identico modo alle istanze degli utenti. I cittadini di Peschiera Borromeo a questo punto dovranno aver ben chiaro che cosa offrirà questo consultorio. Nei consultori pubblici sono presenti psicologhe, assistenti, sociali, ginecologhe,  educatrici, figure professionali molto diverse. Questo consultorio ha le stesse identiche figure professionali? Qual è la continuità assistenziale che verrà data dalle singole ginecologhe all'interno del consultorio?  Sono assunti a tempo pieno e indeterminato oppure hanno contratti atipici? Questo consultorio risponderà veramente alle mille esigenze che esistono per una donna in gravidanza, per una giovane ragazza o ragazzo?  Ricordiamoci che i consultori sono aperti a maschi e femmine. Una parte importante del nostro lavoro è quello di far informazione nelle scuole e parlando alle giovani generazioni di affettività, di prevenzione delle gravidanze indesiderate, di malattie sessualmente trasmesse. Tutti questi compiti, questo consultorio familiare li assolverà? Se è così i cittadini di Peschiera Borromeo avranno acquisito un Consultorio famigliare (a caro prezzo devo dire € 350.000)**. Se invece non verranno rispettate le regole, non verrà fatta un'azione di prevenzione generale nei confronti della popolazione che afferisce a questo consultorio, il consultorio non solo avrà fallito la sua missione, ma avrà determinato anche un danno erariale. Perché, dovete credermi € 350.000 per creare un consultorio familiare non è poco. Vuol dire che i locali in cui è stato realizzato erano praticamente ridotti a catapecchia. Forse non era il posto giusto per realizzare questo intervento. Nemmeno per ristrutturare l'intera palazzina in cui ha sede il consultorio del Policlinico abbiamo speso quella cifra. Quindi mi lascia perplessa questo consultorio. Sono stati acquistati apparecchi ecografici per seguire al meglio la gravidanza? Verranno eseguiti gratuitamente i metodi contraccettivi come la spirale intrauterina? Come sarà l'approccio della psicologa dell'assistente sociale della ginecologa di fronte a una richiesta di interruzione volontaria di gravidanza?  Per la legge 194 nessuno può costringere qualcun'altro a portare avanti una gravidanza indesiderata. Chiaramente in quel consultorio una certificazione che attesti la sua volontà di interrompere la gravidanza non sarà rilasciata  ma è importante che esista vicino a voi un consultorio pubblico dove eventualmente ci si possa rivolgere. Il controllo dell'operato degli enti spetta ai cittadini, io non sono in grado di dirvi se l'operazione è corretta o meno. In genere - conlude la primaria della Mangiagalli - le amministrazioni pubbliche devono fare un bando in cui chiedono una  manifestazione di interesse, che però non è vincolante. A cui dovrebbe seguire un bando aperto al pubblico e pubblicizzato nei modi adeguati. È stato fatto questo? Il consiglio comunale è stato informato di questa operazione?»
Giulio Carnevale

** Da una verifica successiva la cifra investita nella ristrutturazione è 200  mila e non 350 mila euro  come erroneamente riportato alla dottoressa Kustermann, con un informazione sbagliata fornitole dai suoi interlocutori