Peschiera, i pioppi di via Galvani assorbono 101,5 kg di particolato inferiore a 2,5 micron e producono 14.640 kg di ossigeno all'anno

Aumento dell’inquinamento, drastica riduzione dell’ossigeno presente nell’aria, allagamenti. Sono solo alcuni degli scenari che si verificherebbero nell’area una volta abbattuti i 240 pioppi

Flash Mob pro pioppi, di domenica 30 agosto 2020

Flash Mob pro pioppi, di domenica 30 agosto 2020

Col taglio due generazioni saranno private dai benefici per l'ambiente

Ghiacciai che si sciolgono, innalzamento del livello dei mari, disboscamento: sono solo alcuni degli scenari più drastici e preoccupanti che quotidianamente media e informazione portano alla ribalta nel tentativo di sollecitare l’opinione pubblica a sviluppare tra la popolazione senso civico ed ecologico. Essere “green” è ormai diventato quasi un modo di essere, uno stile di vita. Solo che, come in tutte le cose, quando si batte troppo sullo stesso tasto, si finisce per esagerare ed infastidire quel pubblico che si vorrebbe invece coinvolgere in campagne a favore della salvaguardia del pianeta. Però i problemi citati sono reali e in ogni paese “civilizzato” si cerca da anni di portare avanti interventi e promuovere leggi che salvaguardino le ricchezze naturali della Terra. C’è un solo luogo dove un’amministrazione un po’ sbadata e forse troppo zelante decide impunemente, dalla sera alla mattina, di radere completamente al suolo due enormi filari di pioppi per un totale di 240 soggetti senza portare convincenti prove a favore di una decisione tanto drastica: Peschiera Borromeo. Qui, mentre si punta il dito contro chi inquina viaggiando a bordo di automobili, si abbattono alberi sani e rigogliosi per il solo fatto che questi – alcuni, pochissimi – in caso di uragano (uragano in Italia, sic!) potrebbero precipitare rovinosamente al suolo. Lo si fa per tutelare i cittadini, è il ritornello che ricorre sulla bocca dei “buoni”. Già, ma i cittadini si tutelano anche impedendo che l’area in cui questi abitano sia deturpata e privata delle sue ricchezze naturali, sostengono altri. E così a Peschiera, tra tira e molla, diatribe e querelle, si procede a grandi passi verso la prova di forza della giunta Molinari, più che mai decisa a sbarazzarsi dei pioppi.
Ora però, come se non fossero bastati tutti i precedenti interventi di personalità autorevoli e competenti in materia, è arrivata la nuova relazione del dottor Zanzi, la quale risulta illuminante sui costi e le ripercussioni che il taglio degli alberi avrebbe sulla popolazione residente nella zona. 
Nello specifico, lo studio in questione pone l’attenzione su alcuni parametri evidenziando quasi siano i reali benefici apportati dagli alberi e quali i costi e i danni che l’assenza di questi comporterebbe. Primo dato sottolineato è l’enorme capacità delle piante di assorbire gli inquinanti atmosferici, come noto fonte di gravi malattie per il fisico umano che ne fosse esposto in quantità massicce. I filari di via Galvani producono 14.640 kg di ossigeno e assorbono fino a 101,5 kg all’anno di particolato con dimensioni inferiori a 2,5 micron. A questa cifra già strabilianti si aggiunga il carbonio stoccato nel legno e i 5490 kg all’anno di carbonio sequestrati. Inutile ribadire l’importanza degli alberi e delle loro lunghe radici fondamentali nell’azione di trattenere il terreno ed evitare smottamenti in caso di forti precipitazioni. Lo studio del dottor Zanzi stima quindi in 598.403,00 euro il valore strutturale degli alberi in questione sommato al loro valore economico, una cifra destinata a crescere con il trascorrere del tempo. In caso di abbattimento dei filari presenti, una «eventuale e suggerita ripiantagione priverebbe la comunità di questi importanti fattori di equilibrio ambientale, che potrebbero essere ripristinati solo dopo 20 o 30 anni dalle nuove piantumazioni»; questo, prosegue lo studio «priverebbe due generazioni di peschieresi degli enormi benefici ambientali di questi alberi». Nel sottolineare l’importanza di nuovi e più puntali test da parte del comune, la relazione ricorda come l’eventuale assenza degli alberi potrebbe essere «un fattore che favorirà gli agenti atmosferici più intensi e che si vogliono contrastare con i principi di tutela del verde e riduzione del riscaldamento».

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