Policlinico San Donato, l'accorata lettera delle ausiliarie a Paolo Rotelli

«Dacci l'opportunità di crescere e di migliorare, riqualificandoci, permettendoci di continuare a dare il nostro contributo come avrebbe di certo fatto tuo Padre!»

Il Policlinico di San Donato Milanese

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San Donato Milanese - «Ciao Paolo, chi scrive è una delle 28 ausiliarie che non ha firmato l'ipotesi d'accordo per finire sotto la cooperativa», così inizia la lettera diretta a Paolo Rotelli, presidente del gruppo ospedaliero San Donato, da parte di alcune lavoratrici del polo sanitario, che con il trasferimento di servizi e funzioni di pulizia e distribuzione dei pasti, saranno ritenute di troppo. Con il conferimento delle attività sopracitate a un ente esterno, il personale dipendente, che conta sessantasette addetti, ha deciso di firmare un’intesa sindacale per salvaguardare i propri posti di lavoro, passando alla cooperativa in arrivo. Di questi, però ventotto ausiliare hanno deciso di non sottoscrivere l’accordo, non sentendosi sufficientemente tutelate. «Volevo spiegarti – afferma la lettera - portando la voce di tutte le mie colleghe, il perché non abbiamo voluto accettare. La motivazione è semplice: noi vogliamo rimanere parte di ciò che vi abbiamo aiutato a costruire con la nostra collaborazione, il nostro lavoro, il nostro sacrificio, la nostra professionalità ma soprattutto col nostro cuore». Il documento prevederebbe la risoluzione del contratto con la modalità dell’auto-licenziamento, non offrendo però abbastanza sicurezze per un futuro di lavoro già da tempo precario. «Siamo persone semplici, che campano con uno misero stipendio, - continuano le ausiliarie - con un contratto scaduto da anni e scatti congelati da decenni, straordinari pagati al minimo e a volte nemmeno retribuiti, con doppi turni, riposi saltati e soldi che non bastano mai, così che spesso ci si trova a dover fare due lavori per campare e per crescere i figli con una vita dignitosa, ma nonostante tutto siamo sempre lì pronte a lavorare con l'orgoglio dentro di far bene le cose, perché ciò che facciamo rispecchia ciò che siamo e allora in questo orgoglio ci vantiamo di lavorare per San Donato, una delle cliniche più prestigiose d'Italia se non d'Europa; quell'eccellenza che tuo Nonno e tuo Padre hanno creato e che tu ora stai mettendo a rischio». «Dacci una possibilità! Dacci l'opportunità di crescere e di migliorare, riqualificandoci, permettendoci di continuare a dare il nostro contributo come avrebbe di certo fatto tuo Padre! Non chiediamo molto, vogliamo mantenere i nostri diritti acquisiti, perché con i diritti si ha la garanzia di proseguire con la sicurezza di poter dare anche ai nostri figli un futuro dignitoso dopo tanti sacrifici. Grazie».