San Donato, per Legambiente e Wwf, il Progetto del sovrappasso della Paullese, così non va

Le due associazioni ambientaliste critiche per le conseguenze che i lavori avrebbero sull’Oasi Levadina, «pronti ad altre soluzioni»

Il progetto

Il progetto

«Consegnate le proposte ad Arianna Censi, ma non sono state prese in considerazione»

Lunedì 23 Aprile 2018, alle ore 12.30 presso la sede del Wwf di Via Cesare Battisti 19 a S. Donato Milanese, si è tenuta una conferenza stampa indetta dal WWF Organizzazione Aggregata Martesana Sud Milano e dal Circolo Arcobaleno Legambiente Sud-est Milano. Oggetto della riunione il  Progetto del sovrappasso Paullese di Via Gela e l’impatto che lo stesso avrebbe sull’ Oasi Levadina.

Gli ambientalisti hanno richiesto a Città Metropolitana  il progetto dello svincolo legato al lotto A della Paullese, che è stato spedito ai primi di aprile. Progetto che le due associazioni ambientalistiche avevano già “criticato” nel 2015, coinvolgendo in diversi incontri anche Città Metropolitana: «Avevamo trasmesso alla Giunta di San Donato Milanese – recita la nota stampa diffusa nel pomeriggio-, una diversa proposta di “arroccamento” al sovrappasso, in quanto il progetto attuale e il manufatto previsto avrà un impatto molto pesante per quanto concerne l’adiacente Oasi di Levadina  e in prospettiva alla zona del Gattile, preziosi esempi di aree fluviali ripristinate con soldi pubblici che verrebbero pesantemente compromessi. Dispiace che non sia stato fatto accenno alle proposte alternative elaborate dalle due associazioni (presentate anche al delegato della Città Metropolitana Arianna Censi a novembre 2015 e agli uffici tecnici) che, garantendo la realizzazione del sovrappasso, avrebbero ridotto al minimo l’impatto ambientale sul territorio circostante».

Scarica la Planimetria del progetto in PDF

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«Il collegamento fra la Paullese e Via per Monicello non rispetta il "Consumo Zelo di suolo"»

Anche gli abitanti di via Gela si sono mobilitati e dopo un incontro con le associazioni è stata stesa una seconda proposta: «Far proseguire (venendo da Peschiera) la Paullese in sopraelevata, a livello del ponte, e realizzare lo svincolo a raso (quota suolo), come l’incrocio più verso Milano (all’altezza di via Marignano), evitando impatti a Levadina e anche alla residenza di via Gela».
Le risposte degli uffici (e degli amministratori) competenti, spiegano i volontari di Legambiente e Wwf  furono, interlocutorie e fumose.

«Nel merito – continua il comunicato stampa -, riteniamo che Il progetto originario di Città Metropolitana invece: sia “molto articolato” a livello viabilistico,  passerebbe molto vicino all’edificio residenziale di via Gela, andrebbe a tagliare la esistente fascia boscata dell’oasi Wwf Levadina, inserita nel sistema delle aree protette del Wwf Italia, preziosa perché separa e protegge l’oasi dal disturbo della adiacente strada via fiume Lambro. Infine facciamo presente che l’oasi, di una dozzina di ettari, di proprietà comunale, inserita nel Parco Sud Milano, è frequentata da centinaia di visitatori da diversi anni, è una naturale cassa di espansione del fiume, un essenziale tassello del più importante biocorridoio del sud est Milano, sede di oltre 130 specie arboree, di cui il 14% rare, rifugio di notevole fauna, anche di importanti mammiferi. Oggetto di diversi progetti di riqualificazione ambientale, dall’intervento Metrobosco del 2008, alle migliorie Lipu e fondazione Cariplo del 2010, di recente, dicembre 2018, Levadina è stata la sede della messa a dimora di un cospicuo numero (oltre duemila tra essenze arboree e arbustive autoctone) di nuove piante, come opera di mitigazione della centralina idroelettrica sul Lambro appena a nord dell’oasi. Da ultimo – concludono i relatori -, il progetto del 2014 prevede la distruzione dell’ingresso attuale e non prevede ingressi alternativi.Preoccupa inoltre la possibile realizzazione della bretella che collegherebbe la Paullese con Via per Monticello in quanto attraverserebbe preziosi terreni agricoli, un’opera in aperto contrasto con il tentativo di legge Europea “Consumo di Suolo Zero” che in Italia ha avuto molti sostenitori».

Le modifiche richieste dagli ambientalisti

Le modifiche richieste dagli ambientalisti