Milano, Corvetto, omicidio di Piazza Angilberto, il killer e il barista ucciso si conoscevano

Secondo i poliziotti della sezione Omicidi, diretti da Marco Calì e Domenico Balsamo, potrebbe essere stato un atto di vendetta per una lite con un cliente

Il locale pubblico dove è stato ammazzato Ruiming Wang, cinese di 35 anni, titolare del Bar Milano di piazza Angilberto II

Un'azione che appare come quella di un professionista freddo e lucido è in realtà l'avvenimento spaventoso di un killer che temeva di essere riconosciuto. Secondo gli investigatori, i due conoscevano già l'uno l'altro. L'omicidio di Ruiming Wang, cinese di 35 anni, titolare del Bar Milano di piazza Angilberto II al Corvetto, è stato immortalato dalle telecamere. Secondo i poliziotti della sezione Omicidi, diretti da Marco Calì e Domenico Balsamo, potrebbe essere stato un atto di vendetta per una lite con un cliente. Le decine di controlli effettuati dalla polizia e dai carabinieri in questi anni confermano che frequentatori di quel locale non erano sempre persone di buona reputazione. L'uomo è entrato nel locale, si è avvicinato subito al titolare e ha sparato due colpi. Poi sembrava volesse scappare, ma prima di raggiungere la porta è tornato indietro, ha sparato altri colpi a distanza ravvicinata e ha lasciato senza scampo la vittima.
La vicenda della tragedia avvenuta in piazza Angilberto II ha destato subito l'attenzione delle autorità, poiché il bar frequentato da pregiudicati era già stato oggetto di chiusura da parte della questura per motivi di sicurezza. La licenza era stata sospesa in tre occasioni rispettivamente nel 2014, 2017 e 2018 ai sensi dell'Articolo 100 del Tulps. Inoltre, si è ipotizzato che possa esserci un legame con un affare tra connazionali ma le indagini preliminari e l'analisi delle telecamere interne hanno fatto più di una volta perdere consistenza a tale ipotesi. Si attendono i risultati dell'analisi di altre telecamere posizionate in luoghi più distanti, dal momento che l'assassino non può essere andato lontano senza scoprirsi il volto. Alle 7.15 del mattino era iniziata l'attività del bar di Paolo Wang, al suo interno era presente anche un cliente che, fortunatamente, è andato in bagno pochi secondi prima dell'arrivo del killer. I cinque colpi di pistola calibro 9 per 21 sono stati uditi da diverse persone nei paraggi, tra cui chi abitava nella palazzina di fronte, il quale ha dichiarato di aver visto scappare tre uomini vestiti di nero. La versione, tuttavia, è stata smentita dalle volanti della polizia giunte sul posto, in quanto l'assassino era soltanto uno che si è dato alla fuga a piedi in via Bessarione. Quando i soccorritori sono giunti sul luogo, il 35enne era già deceduto. La moglie della vittima lascia una scena di disperazione davanti al portone del palazzo che ospita le quattro vetrine del bar "Milano". La mamma della vittima, arrivata a piedi da via Bessarione, urla disperatamente: "Aiuto! Aiuto! Amore mio!" e necessita di un'ambulanza.  Secondo i tanti abitanti del quartiere che lo conoscevano, Paolo – il gestore del bar tavola calda da più di dieci anni – era una brava persona con una famiglia perbene. Tuttavia, alcuni affermano che il locale era frequentato da spacciatori, ubriachi e persone indisciplinate. Le indagini della polizia seguono una pista precisa, non essendo sparito nulla dal locale e l'omicidio non essendo stato un furto. Si presume che Paolo sia stato ucciso con un agguato premeditato.