Milano: per combattere il caro energia la città sarà illuminata un’ora in meno al giorno

Lo ha annunciato il sindaco Beppe Sala, aggiungendo che il venerdì alcuni dipendenti potranno lavorare in smart working. Codacons: «rischio aumento incidenti stradali e criminalità»

«Da fine mese diminuiremo di un'ora al giorno l'illuminazione stradale con prevalenza al mattino». Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, in un video sui social ha illustrato le azioni del Comune per combattere il caro energia. Il sindaco conferma lo smart working il venerdì per alcuni dipendenti pubblici: «Abbiamo definito la formula con i sindacati - afferma -. Chiuderemo alcuni uffici comunali il venerdì così da essere a ridosso del weekend e prolungare l'effetto positivo dello spegnimento degli impianti». I dipendenti che potranno utilizzare un giorno di lavoro agile saranno quindi invitati a farlo, chi non potrà, sarà invece dislocato nelle sedi comunali che resteranno sempre aperte, come ad esempio quella di via Larga. Questa misura riguarderà in modo limitatissimo gli uffici aperti al pubblico. Previsto altresì un taglio del funzionamento degli impianti di climatizzazione in alcuni edifici e delle pompe di acqua di falda. Con il piano per il risparmio energetico, realizzato insieme ad A2A e Politecnico, il Comune di Milano conta di risparmiare oltre 1,5 milioni di euro. «Siamo favorevoli alla riduzione dei consumi energetici, ma al tempo stesso siamo preoccupati che la riduzione dell'illuminazione pubblica possa danneggiare i cittadini». Lo afferma il Codacons, commentando le misure annunciate dal sindaco di Milano. «In un momento in cui a Milano si registra una escalation allarmante di reati e violenze, ridurre l'illuminazione pubblica, anche se solo di un'ora al giorno, potrebbe avere effetti negativi sul fronte della criminalità – spiega il presidente Marco Maria Donzelli – Una minore illuminazione sulle strade, inoltre, rischia di aumentare gli incidenti come conseguenza della visibilità ridotta. C'è poi la questione delle imposte che i cittadini milanesi pagano per i servizi pubblici, che è necessario ridurre proporzionalmente alla riduzione dei servizi resi». 

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