Sull’asilo nido Quaqquaraquà, ecco l’altra campana: la versione di maestre e genitori

Le maestre Francesca, Luana, Annalisa ed Elena ci parlano di una situazione ingestibile già da diverso tempo. Così riassumono la successione degli eventi, toccando i temi più controversi. «L’ultimo stipendio percepito è stato quello di giugno, pagato peraltro a luglio. Non è vero che si sia trattato di un ritardo sporadico; e oggi non abbiamo più recuperato né le mensilità di luglio, agosto e settembre, né TFR e ferie, e sfidiamo chiunque a dimostrare il contrario. Ma non è stato solo il mancato pagamento degli stipendi a spingerci alla disoccupazione: alla riapertura della scuola, Fiorella ci ha dato informazioni sufficientemente gravi da giustificare scelte anche estreme. Non è vero che le nostre dimissioni sono state improvvise, le avevamo preannunciate già da una settimana e consegnate il venerdì prima della chiusura. In quel periodo, la Direttrice si era resa irreperibile, lasciandoci così nella più totale incertezza. Non siamo sprovvedute né irresponsabili: con la crisi che c’è, abbandonare un lavoro a tempo indeterminato non è certo una scelta che si compie a cuor leggero».
Le maestre non erano state convocate per l’incontro di novembre, in cui la Direttrice, dopo il periodo di malattia, aveva voluto incontrare i genitori. Di questo riferiscono Mara e Cinzia, mamme di bambini iscritti al nido. «È stato un incontro frettoloso, la signora Montis rispondeva in modo evasivo a tutte le domande più specifiche. Né abbiamo condiviso la scelta di non convocare le educatrici, verso cui abbiamo espresso la massima fiducia e solidarietà, avendo visto direttamente quanto si siano spese in prima persona per aiutare i nostri figli nel momento della massima gravità». Quanto alla chiusura, il giudizio che esprimono i genitori è chiaro: «Il vero dramma per noi è stato gestire la mancanza di preavviso. È impossibile che chi lavora con i bambini possa permettersi di sparire di colpo senza comprendere la gravità del disagio creato, alle famiglie e soprattutto ai bimbi, costretti al trauma di un nuovo inserimento. Ci teniamo a fare sapere che, a nostro avviso, la signora Montis ha dimostrato di non avere la capacità gestionale di rivolgersi ai bambini».

Alessandro Nardin