La Spm progetta la creazione di un polo sanitario a Paullo in un locale realizzato da Habitaria. Francesca Di Bella (Prc): “Operazione troppo costosa”

Recentemente la Società Paullese Multiservizi, realtà pubblica che gestisce la exFarmaciaComunale, lapiscinacon gli annessi impianti sportivi e il servizio mensa sul territorio di Paullo, ha presentato un progetto per il rilancio delle sue attività commerciali.

Nell’ambito di un incontro svolto alla presenza dell’Amministrazione e dei Capigruppo consiliari, la società pubblica ha comunicato un piano volto all’apertura di un polo sanitario che, oltre ad accorpare i servizi di ortopedia e farmacia, divenisse un vero e proprio poliambulatorio, in grado di offrire prestazioni mediche specialistiche alla cittadinanza.

Secondo quanto riferito dal Cda dell’azienda, la scelta del luogo per l’installazione del nuovo centro sarebbe ricaduta su un locale del gruppo Habitaria, sito all’interno di una struttura di futura costruzione in via Milano. Pur esprimendo apprezzamento per l’idea presentata da Spm, proprio la scelta della locazione ha suscitato le perplessità della compagine di Rifondazione Comunista: il costo dei locali, infatti, si aggirerebbe tra i 700.000 e il milione di euro, cifra giudicata eccessiva.

«Il nostro giudizio sull’operazione – ha commentato Francesca Di Bella, consigliere di Rifondazione – così come proposta, è che essa pare costosa, proprio per i numeri ipotizzati (ricordiamoci si parla sempre di capitali pubblici!), azzardata ed eccessiva rispetto alle reali necessità del paese». Alla luce di ciò, il gruppo consiliare ha proposto l’adozione di qualche soluzione più economica, ad esempio attraverso il vaglio della disponibilità di locali già di proprietà del Comune.

«Noi – ha proseguito Di Bella – mettiamo da oggi a disposizione di Spm la nostra volontà di ragionare su tante altre possibilità, a partire dal fatto che forse l’attuale farmacia, peraltro sottoposta a recentissimo restyling, potrebbe svolgere ancora in maniera onorevolissima il suo ruolo, magari dopo riorganizzazione degli spazi.»

Alessandro Garlaschi