Un cero per la fermata perduta: la protesta simbolica dei pendolari sulla Paullese
A Conterico la rabbia dei cittadini per la fermata bus soppressa da due anni: promesse disattese, lavori in ritardo e nessuna risposta dalle istituzioni

Una candela accesa nei pressi della fermata, un gesto simbolico tra l’invocazione e la protesta. È quanto accaduto nei giorni scorsi a Conterico, lungo la Paullese, dove i pendolari hanno voluto denunciare con forza una situazione che si trascina da oltre due anni: la soppressione delle fermate dei bus lungo la linea K, nonostante gli annunci di riattivazione. Il cero è stato dedicato a padre Pio, “patrono” della pazienza e delle speranze disattese. Accanto, alcuni cartelli anonimi hanno rilanciato il malcontento: “Un cero e una preghiera nel ricordo di un’importante fermata bus ancora soppressa” e ancora “-32 settimane. Ma ce la faremo a finire questi lavori!”. Il riferimento è chiaro: si contano i giorni alla fine del 2025, termine previsto per il completamento del cantiere di riqualificazione della Paullese tra la Tangenziale Est e la Cerca. Le fermate di Conterico, in realtà, sono pronte. Ma mancano ancora gli interventi finali, in particolare l’ampliamento dei marciapiedi per garantire l’accessibilità ai disabili. L’assessore alla Mobilità del Comune di Paullo, Abdullah Badinjki, spiega che il Comune ha sollecitato Città Metropolitana a velocizzare i tempi, ma l’intero progetto è rallentato da ritardi nei finanziamenti ministeriali. A peggiorare la situazione, l’assenza di comunicazioni da parte delle istituzioni. Il Comitato Pendolari parla apertamente di “menefreghismo istituzionale”, lamentando di non aver ricevuto neppure una risposta formale dopo lettere, telefonate e post sui social. «È vergognoso – affermano i pendolari –. Le fermate della Paullese sono per noi fondamentali: permetterebbero di usufruire dei pullman della linea K provenienti dal Cremasco, soprattutto nelle fasce serali, senza costi aggiuntivi per l’azienda di trasporto. E invece i bus passano senza fermarsi». Oltre alla conclusione dei lavori infrastrutturali, sarà necessario anche il via libera dell’Agenzia di Bacino per la modifica ufficiale del percorso. Un altro passaggio burocratico che rischia di allungare ulteriormente i tempi. Intanto, i pendolari continuano ad aspettare. E a pregare.