«Bugiardi seriali», archiviata la querela di Sindaco, Assessore e Consigliere di Peschiera Borromeo: legittima critica politica |Video|

Il Giudice per le indagini preliminari ha accolto per due volte la richiesta del Pubblico Ministero, le opinioni sul bando del De Sica, espresse via Facebook dal Consigliere Massimo Chiodo non sono diffamatorie

Il Consigliere comunale Massimo Chiodo

Il Consigliere comunale Massimo Chiodo durante la conferenza stampa di lunedì 20 gennaio 2019

«Io, unica spina nel fianco di questa amministrazione, sono un perseguitato politico»

La vicenda risale al 2017, e riguarda il discusso bando per l’assegnazione del Teatro De Sica. Il Consigliere  del Gruppo misto Massimo Chiodo, in seguito alle polemiche sorte per la chiusura della struttura comunale, aveva chiesto in Consiglio comunale la convocazione di un’apposita commissione che facesse chiarezza sui fatti.  E con due post su Facebook, e una video intervista a 7giorni, Massimo Chiodo aveva criticato il mancato svolgimento della stessa. Il Sindaco Caterina Molinari, l’Assessore alla Cultura Chiara Gatti e l’allora Consigliere comunale Raffaele Vailati ora Assessore agli eventi, hanno ritenuto diffamatorie quelle critiche e hanno querelato il Consigliere comuale Massimo Chiodo.
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La video intervista di 7giorni finita sotto accusa

Nel Video incriminato a corredo dell'articolo di 7giorni, Chiodo asseriva che i querelanti avessero violato le norme del Codice degli appalti in quanto erano a conoscenza delle offerte tecniche dei due soggetti in gara, tanto che quella del soggetto vincitore è stata pubblicata sul notiziario comunale.

Il 30 novembre 2018, il Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Piero Basilone ritenne che Massimo Chiodo non avesse commesso nessun reato e che il consigliere del gruppo misto avesse agito adeguatamente nell’esercizio di controllo, vigilanza e critica politica che spettano ai Consiglieri di minoranza, “denunciando i fatti alla popolazione per rendere questa più attenta e partecipe alle vicende comunali”. Quindi per i giudici sono stati rispettatii tutti i requisiti che regolano “il diritto di critica al pari di quello di cronaca”: veridicità, pertinenza e continenza.

A questo decreto di archiviazione, non contenti, i querelanti Molinari, Gatti e Vailati si sono opposti. Ma anche questa volta il Giudice per le indagini preliminari, in questo caso la Dott.ssa Tiziana Gueli, il 10 gennaio 2020 ha disposto l’archiviazione definitiva, con le stesse motivazioni del collega: “infondatezza della notizia di reato”.