Da Peschiera Borromeo, Zelo Buon Persico, Cervignano d’Adda e Santa Giulia un fiume di cocaina e ketamina per la movida milanese

Due soci di un noto ristorante peschierese risulterebbero i colonnelli del boss, procedevano alle consegne dell’ultimo miglio. La banda intratteneva rapporti anche con la camorra

i pacchi di soldi sequestrati

Della droga sequestrata

Della droga sequestrata

Nell’articolo pubblicato ieri abbiamo dato conto dei risvolti dell’inchiesta di Milano, sul narcotraffico e il riciclaggio con opere d'arte, nella quale è stato indagato anche Alberto Genovese. L'ex fondatore di start up, come si legge nell'ordinanza del gip Carlo Ottone De Marchi, che ha portato a 31 arresti (21 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 7 sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria), avrebbe acquistato nel novembre 2019 da 2 indagati 100 grammi «di sostanza stupefacente del tipo Ketamina o cocaina» da «ritenersi destinata alla successiva vendita o cessione». Droga che gli sarebbe stata assegnata in piazza Beltrade dove c'era la sua “Terrazza Sentimento”. L’organizzazione criminale, che si ritiene sia stata in grado di rifornire numerosi trafficanti lombardi, laziali, pugliesi e abruzzesi di ingenti quantitativi di stupefacenti tra cocaina, ketamina e hashish, sul territorio milanese approvvigionava anche spacciatori operanti nella movida cittadina e nei party privati.  Al vertice della macchina smantellata dal lavoro di tre anni della Narcotici della squadra Mobile milanese, guidata da Marco Calì e Domenico Balsamo, e coordinata dal pm Silvia Bonardi della Dda di Milano, c’è lui: Andrea Deiana, «importantissimo broker di stupefacenti internazionale, in grado di organizzare forniture per centinaia di chili». L’uomo, pregiudicato, risulta «cotitolare di una importante galleria d'arte moderna ad Amsterdam» come mercante d'arte specializzato nelle opere dell'artista contemporaneo, probabilmente più famoso e nello stesso tempo più enigmatico del pianeta, “Bansky" di cui nelle chat intercettate utilizzava pure il "nickname". Deiana intratteneva rapporti con vari narcotrafficanti legati ad associazioni di tipo mafioso, di elevata caratura criminale tra i quali il noto broker Raffaele Imperiale e il latitante Vincenzo Amato. Proprio con Raffaele Imperiale è emersa una particolare connivenza tanto da aver contribuito, per diverso tempo, a garantire la sua latitanza: dall’attività investigativa, infatti, è emerso come BANKSY, il trafficante, lo abbia addirittura scortato nella fuga da Kiev a Dubai. Secondo quanto riportato dal Corriere, nonostante i sequestri (36 chili di coca, 87 di hashish, 9 di marijuana, 32 di ketamina), eseguiti dal settembre 2019, l’attività proseguiva a ritmo frenetico. Proprio  Milano la sua rete prevedeva un’organizzazione quasi militare che si giostrava immagazzinando i carichi in box e case sicure. I corrieri non dovevano conoscersi tra loro. Le comunicazioni solo con telefoni criptati (nickname rubati a Star Wars, «Obi Wan Kenobi», o a un rivoluzionario anarchico ucraino, «Nestor»). E avevano l’ossessione per le «cimici»: le macchine venivano bonificate quasi ogni giorno. In caso di microspie o controlli della polizia facevano sparire subito le auto. Come riporta sempre il Corriere in un altro articolo  la merce veniva stoccata in box e appartamenti sicuri: in città, a Santa Giulia, o nei dintorni, a Zelo Buon Persico e Cervignano d’Adda, nel Lodigiano. A Carimate, nel Comasco, c’era invece la «cucina» per produrre la ketamina. È qua che due della banda vengono intercettati mentre si preparano alla lavorazione del prodotto. Il vertice faceva base ad Amsterdam, da dove venivano intrattenuti numerosi rapporti con altri gruppi criminali stanziali in Spagna, Lituania, Sud America, e Nord Africa. A supervisionare le attività milanesi erano i suoi due «colonnelli», soci del ristorante di un noto locale di Peschiera Borromeo. Erano loro a gestire le staffette, a cui era affidato l’«ultimo miglio» del traffico, e che comprendevano anche due motociclisti del celebre gruppo degli Hell’s Angels che bazzicavano il circolo bikers di Cologno Monzese (perquisito). Gli investigatori hanno anche trovato otto autovetture con doppifondi artefatti e azionabili elettronicamente oltre a dispositivi anti-spionaggio.