Dopo il suo quinto viaggio a Lourdes, una volontaria 24enne si è attivata per aprire una sezione dell’Oftal anche a Peschiera Borromeo

la ventiquattrenne Giulia ci parla del suo progetto per aprire a Peschiera una sede Oftal per reclutare volontari a favore di ammalati e pellegrini

Giulia è una ragazza peschierese di 24 anni, studentessa di giurisprudenza; da cinque ormai presta opera di volontariato con Oftal: (Opera Federativa Trasporto Ammalati Lourdes). Giulia si è recentemente attivata con l’intento di creare a Peschiera un settore di questa Associazione, in accordo con la sede diocesana, aperto a quanti vogliano vivere in prima persona una grande esperienza di fede: «Ho grandi aspettative. Sarà il punto di riferimento per i volontari Oftal del Sud Est, con l’obiettivo di favorire la raccolta di iscrizioni, venendo incontro alle diverse esigenze di ammalati e pellegrini. Spero che il progetto cresca, che si crei un gruppo coeso: i viaggi a Lourdes sono una grande esperienza di vita!». Giulia continua quindi raccontandoci le emozioni del suo recente viaggio da volontaria. «Tutto ha inizio alla Stazione Garibaldi; sul treno ci sono pellegrini, malati, volontari giovani e meno giovani. C’è chi aspetta tutto l’anno questa partenza. Ci si avvicina alla meta dopo un viaggio sfiancante in cui cerchiamo di servire al meglio chi si affida completamente a noi volontari. L’arrivo è una liberazione, si percepisce subito una serenità impossibile da esprimere a parole. La sosta sotto la Grotta è chiaramente il culmine del pellegrinaggio: quella pietra lisciata dal passaggio secolare delle mani dei pellegrini in preghiera; l’energia che sprigiona questo luogo è incredibilmente positiva, è forte l’impulso di affidare gioie, speranze, dolori. È il momento più toccante. Tutto avviene in un clima di grande partecipazione emotiva. Al tramonto prendiamo tutti parte alla processione au flambeaux illuminando a giorno il Santuario con migliaia di candele e recitando il rosario in diverse lingue. Chi può cammina con le proprie gambe, per gli altri sono disposte apposite vetture. I volontari più giovani si rapportano con i pellegrini come farebbero con i loro nonni. La sera prima della partenza facciamo festa. Tutti esprimono la speranza di poter tornare l’anno successivo. Ricordo sempre con affetto un malato che fin dal primo anno mi regala dei cioccolatini in segno di riconoscenza».

Luca Ilgrande