Intervista esclusiva a Carlo Borghetti

So che lei è laureato in Ingegneria, una materia per lo più estranea a quello che può essere l'ambito politico; quanto conta secondo lei il titolo di studio per entrare in politica e quanto la personalità? Un messaggio, questo, rivolto ai giovani che vogliono cimentarsi in questa nuova esperienza...

La cultura conta, non è tutto ma aiuta tantissimo. Anche avere un'esperienza di lavoro è fondamentale per chi si approccia alla politica; sono convinto, soprattutto per chi parte dall'amministrazione comunale, che bisogna sempre avere un lavoro prima di tutto, e se questo lavoro nasce da una laurea è meglio naturalmente. Chi si impegna in politica, non dovrebbe mai abbandonare il proprio mestiere. A livello di comuni, se non sono grandissimi, è possibile conciliare un'attività da amministratore con il lavoro. Questo naturalmente garantirà ad ognuno di avere più libertà all'interno dell'attività politica.

Nel suo programma sono presenti tre priorità che lei considera essenziali: più lavoro, più famiglia e più ambiente, ce ne vuole parlare?

Il lavoro è fondamentale e non ha caso è stato citato anche nell'art.1 della Costituzione italiana. Dal lavoro discende un po' tutto, con il lavoro si possono affrontare le molteplici difficoltà della vita. Più famiglia perché è il nucleo fondamentale della società, curare le famiglie significa curare la società. Più ambiente perché in questi anni lo abbiamo distrutto e non ci possiamo più permettere di continuare a deturparlo. Potremmo avere un futuro migliore solo salvaguardando ciò che ci circonda.

Tra le 5 proposte di leggi regionali, lei ha citato quella per sostenere di più la formazione professionale destinata ai ragazzi che finiscono le scuole medie. Ci può dare alcune delucidazioni in merito?

Non tutti dopo la scuola dell'obbligo se la sentono di andare avanti con gli studi. E' importante tornare a quella che una volta era la formazione professionale, quella via di mezzo che aiuta ad imparare un mestiere e che oggi manca. Nonostante i mestieri manuali siano considerati i meno nobili sono comunque importantissimi. Bisogna superare questa idea, c'è una nobiltà in ogni lavoro ragazzi!

Lei ha parlato anche di Green Economy, di cosa si tratta?

Si tratta di dare una rilevanza economica anche a quelle attività che sono legate al verde e all'agricoltura che oggi sono considerate secondarie, soprattutto intorno a Milano dove ormai abbiamo un' agricoltura che fa fatica a reggere a causa di una forte urbanizzazione. Green economy significa fare delle nuove culture particolari su prodotti che possono avere più mercato e sviluppare una vera e propria economia legata all'agricoltura e alla cura del verde

Invece, per quanto riguarda il biglietto unico per il trasporto pubblico dell'area metropolitana milanese, si farà?

Io spero di si, non si può più attendere ancora, è necessario per incentivare l'utilizzo del mezzo pubblico. E' importante soprattutto per i pendolari e per chi tutti i giorni va a lavoro o a scuola. Avere un unico biglietto con il quale prendere il bus, la metro, il treno, è molto utile; questo permette anche di incentivare gli abbonamenti.

Oltre a quanto detto, state programmando qualche altra nuova proposta? Siete fiduciosi per la realizzazione di quelle finora citate?

Si, per quanto mi riguarda, io sono il primo firmatario di nuovi progetti di legge tutti riguardanti l'ambito socio sanitario. Nel mio primo progetto ho voluto che sia stato dato un giusto peso nella richiesta di contributi alle famiglie, a seconda della condizione familiare. La seconda legge che ho fatto riguarda, in generale, la non autosufficienza. In particolare si chiede alla regione Lombardia, in un momento di crisi economica e sociale, visto che il governo ha completamento annullato il fondo per la non autosufficienza, di mettere un fondo regionale per la non autosufficienza da distribuire ai comuni e alle Asl per raggiungere le persone  che sono in difficoltà.

Quale messaggio si sente di dare ai cittadini per rassicurarli, soprattutto ai più scettici?

Bisogna che quando vanno a votare tengano presente le differenze tra partito e partito e tra persona e persona, non è vero che i politici sono tutti uguali e non è vero che i partiti sono tutti uguali, c'è chi segue certi interessi di parte, certe categorie sociali e c'è chi ha una visione più aperta, soprattutto verso chi fa più fatica, verso le fasce più deboli della società. I cittadini hanno un'unica arma che è quella del voto e la devono spendere meglio di come hanno fatto in questi ultimi anni.

Giancarlo Capriglia