Le lepri di Peschiera vengono delocalizzate per diventare vittime predestinate

Verso le ore dieci di domenica 15 gennaio, parecchi cittadini di Peschiera Borromeo, hanno avvistato un numeroso gruppo di persone, armate di bastone, in mimetica che disposti ordinatamente su una linea immaginaria di trecento o quattrocento metri, percorrevano il pratone fra il parco del Carengione

Erano ben visibili nonostante la mattinata nebbiosa poiché il terreno era imbiancato dal ghiaccio e dalla timida spruzzata di neve avvenuta in precedenza. Cosa staranno facendo? Chi sono? È successo qualcosa di grave? Si chiedevano i passanti e gli abitanti delle case che affacciano sulla verde distesa. La risposta è arrivata a breve, alla fine del parco Carengione fra Mezzate e San Bovio, i cacciatori del territorio coadiuvati dalla Polizia provinciale, avevano steso una lunghissima rete per prendere i leprotti che scappavano in seguito al rumore che facevano l’esercito di cacciatori provenienti da via 25 Aprile. Una pratica assai diffusa, utilizzata dalle Associazioni di Cacciatori in accordo con la Provincia di Milano per ripopolare le aree che in seguito sono destinate alla caccia. E così numerosi leprotti sono stati delocalizzati, dopo essere stati inseriti in apposite cassette per il trasporto. Da lì a breve saranno prede per il crudele sport della caccia ma allo stesso tempo vittime della cosiddetta “gestione ambientale della popolazione”.caccialepri

Giulio Carnevale