Mafia e criminalità organizzata in Lombardia: per debellarle, bisogna conoscerne le dinamiche

Incontro con Giulio Cavalli su Mafia,criminalità organizzata e collusione politica in Lombardia

 L’articolo 4 della nostra Costituzione dice: “Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”, ergo “l’indifferenza è anticostituzionale”. Così, Giulio Cavalli, attore lodigiano, uomo di politica, si presenta al pubblico in un incontro sul tema “Mafia, n'drangheta, criminalità organizzata e collusione politica in Lombardia svoltosi al Country Hotel di Peschiera Borromeo. La presenza e l’influenza della criminalità organizzata nel nostro territorio, il ruolo dei cittadini e della società civile nel contrastarla, questi i temi affrontati. «La mafia al Nord è figlia dell’indifferenza. Veste l’abito del salotto buono, non lascia i morti ammazzati sui marciapiedi ma si dirama attraverso la corruzione e il riciclaggio», così ha affermato in altre occasioni, puntando i riflettori sul tema delle infiltrazioni mafiose in Lombardia, area che ancora troppo spesso si pensa esserne immune.  “Giullare dei nostri tempi” – come lui stesso si definisce –, erede di quei buffoni di corte che spesso finivano appesi alla forca per abuso nell’uso della libertà d’espressione, oggi è costretto a vivere sotto scorta a causa delle minacce subite per i suoi spettacoli antimafia – ricordiamo “Do ut Des” su riti e conviti mafiosi, “A cento Passi dal Duomo” e l’ultimo lavoro “Nomi, cognomi e infami” . Un uomo che ha fatto dell’impegno civile una scelta di vita quotidiana, sulla scia delle parole di Plutarco “la più alta forma d’arte è la politica”, nel 2010 ha scelto di candidarsi alle regionali, oggi Consigliere regionale nel gruppo Sel, è fiero di essersi adoperato per una legge sull’educazione alla legalità, finalmente approvata dal Consiglio regionale, «una legge che riconosce e legittima il prezioso operato di tante associazioni che da anni lavorano con i giovani e nelle scuole per infondere il rispetto delle regole e della Costituzione». Solo con questo approccio educativo si può formare nei giovani una nuova consapevolezza, l’arma migliore oggi per combattere e vincere le mafie.

Cristiana Pisani