Peschiera Borromeo, una mamma disperata cerca “le prove dell’aggressione “ a suo figlio durante la partita di calcio under16 Ausonia - Cimiano calcio

Il medico del San Raffaele: «In 24 anni di lavoro non ho mai visto una lesione così grave per una partita di calcio, danni del genere si verificano negli incidenti stradali»

L'Ausonia Under 16 in una partita a Peschiera Borromeo. Foto di archivio

«avere giustizia rispetto a un fatto tanto grave»

La mamma del 15enne a cui è stato diagnosticata la frattura della rotula, la lesione dei legamenti, e la frattura del femore durante la partita del campionato Under16 svoltasi nel week end a Peschiera Borromeo presso il Campo sportivo Borsellino, non crede alla storia del normale scontro di gioco.
I compagni del figlio, secondo quanto riporta il Corriere.it, le hanno raccontato che il difensore dell’Ausonia vistosi superare da un sombrero (un pallonetto nel gergo calcistico considerato quasi un’ umiliazione), per frustazione si sia girato e abbia deliberatamente tirato un calcio al giovane, che ha avuto conseguenze disatrose tanto che l’ortopedico dell’Ospedale San Raffaele dopo aver esaminato lastre e risonanza sul ginocchio di un ragazzino entrato in pronto soccorso sabato pomeriggio, ha sentenziato un referto che non lascerebbe dubbi sulla dinamica: «In 24 anni di lavoro non ho mai visto una lesione così grave per una partita di calcio, danni del genere si verificano negli incidenti stradali».
Il responso medico lascia intravedere un lunghissimo percorso riabilitativo, che deve passare necessariamente da alcune operazioni chirurgiche, con il pericolo che l’infortunio non trovi neanche la completa guarigione. L’arbitro ha ammonito il difensore, che è stato espulso per doppio giallo. La partita è finita 3 a 1 per il Cimiano.
Per tutti questi motivi la donna intende «avere giustizia rispetto a un fatto tanto grave». E martedi sera si è presentata al campo di allenamento dell’Ausonia in via Bonfadini per cercare la solidarietà dei coetanei di suo figlio, dei loro genitori, e dello staff tecnico, in modo da reperire qualcche prova, filmato o testimonianza dell’accaduto. «Ho avuto la netta impressione — spiega la donna —, confermata dai compagni e dalla nostra società, che quel fallo non possa rientrare in uno “scontro di gioco”, ma che sia andato ben oltre. E dunque vorrei che ci fosse un po’ di giustizia per questo; credo sia anche un dovere per chi crede nello sport come educazione e crescita per i ragazzi».

«Iscriva il ragazzo a danza il prossimo anno, così non corre il rischio di farsi male».

Come riporta l’articolo di Gianni Santucci sul giornale edito in via Solferino, alla sua disperata ricerca, non ha avuto esito positivo, bocche cucite se non uno stupido commento pregno di ilarità e sarcasmo, che alcuni giovani calciatori le avrebbero rivolto: «Iscriva il ragazzo a danza il prossimo anno, così non corre il rischio di farsi male».
Per l’Ausonia si è trattato di un normale scontro di gioco: «Il ragazzo ha spostato la palla  all’ultimo secondo – racconta al Corriere un dirigente dell’Ausonia -, e il nostro difensore, nell’entrata, lo ha colpito. Non si è trattato assolutamente di un gesto a palla lontana. Lo dimostra il fatto che l’arbitro abbia visto il fallo e abbia ammonito il nostro difensore, che è stato espulso per secondo giallo. A fine partita si è scusato; ci dispiace molto per quel che è accaduto e per l’infortunio». Oggi si dovrebbero conoscere il referto arbitrale e le decisioni della giustizia sportiva.