Poste: scioperi in tutta Italia contro i tagli La riduzione di personale nel settore ha dato avvio a presidi anche a Peschiera

Un’accesa mobilitazione, su scala nazionale, che si oppone alle riduzioni degli organici – comprendenti anche l’uso della cassa integrazione – arrivati addirittura a superare, in taluni casi, il 50% del totale. Tutto è cominciato formalmente quando, il 21 febbraio 2011, i lavoratori dei diversi centri postali italiani hanno indetto una giornata di sciopero generale e una nutrita e rumorosa delegazione si è riunita a Roma, prima sotto la sede centrale di Poste Italiane e poi sotto il Ministero dello Sviluppo Economico, per manifestare contro tali scelte. E proprio lì, nella città capitolina, la voce di protesta che si è levata non è rimasta inascoltata. In entrambe le occasioni, infatti, le delegazioni sono state accolte. Nel primo incontro con Poste Italiane è stato denunciato il taglio “selvaggio” e richiesto l’intervento dell’azienda per fare ritirare le procedure di cassa integrazione. Durante il confronto, la direzione ha altresì fornito un quadro generale, dichiarando che «per il 2011 la riduzione del valore della commessa concordato con ElsagDatamat si aggira attorno al 5%, assai distante quindi dalla pretesa di riduzione del 50% di Stac e Logos». Dal secondo, invece, è derivato l’impegno dello stesso Ministero a convocare tutte le parti. Nonostante ciò, la delegazione sindacale ha fatto sapere che la prosecuzione dello sciopero continuerà sino a quando non verranno ritirate le Cigo (Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria, ndr). Come già preannunciato, dal giorno seguente (22 febbraio 2011), sono cominciati sit-in in tutto il Paese. E anche il centro di smistamento di Poste Italiane, a Peschiera Borromeo, è stato teatro di agitazioni poiché 17 dei 34 lavoratori del sito peschierese, che forniscono assistenza e manutenzione agli impianti di automazione per la corrispondenza, sono stati messi in cassa integrazione. «Non capiamo questa situazione – dichiara il rappresentante sindacale unitario locale di Stac –. Rimarremo in presidio permanente fintanto che non avremo risposte concrete e la sospensione dei provvedimenti adottati. Inoltre, noi Rsu, assieme alla nostra segreteria Fiom e agli altri centri di meccanizzazione a livello postale Fim e Fiom, denunciamo anche il crumiraggio da parte dei dipendenti ElsagDatamat, che effettuano il nostro lavoro mentre noi scioperiamo».