Esplosione a Pioltello: i carabinieri arrestano i tre complici dell’attentatore

Si tratta di tre italiani affiliati alla ‘Ndrangheta locale. Colui che ha piazzato l’esplosivo, un 25enne figlio di un boss malavitoso, era stato arrestato lo scorso 6 novembre

Il trio è accusato di usura, estorsione e violenza

Ci sono altri 3 fermi in merito all’attentato dello scorso 10 ottobre a Limito di Pioltello, quando l’esplosione di una bomba rudimentale davanti alla casa di un operaio ecuadoriano 46enne aveva causato ingenti danni. Dopo l’arresto di colui che è ritenuto essere l’esecutore materiale dell’atto, un 25enne figlio di un boss della ‘Ndrangheta locale, i carabinieri del Comando Provinciale di Milano hanno fermato anche i suoi presunti complici. Si tratta di tre soggetti italiani, già noti alla giustizia, ritenuti responsabili a vario titolo di estorsione, usura e violenza privata, aggravati perché commessi con modalità mafiose. L’esplosione dell’ordigno del 10 ottobre scorso era maturata proprio nell’ambito di un giro di usura: il destinatario dell’atto intimidatorio, infatti, doveva restituire una ingente somma di denaro. Secondo quanto emerso dagli approfondimenti investigativi condotti dai militari del Nucleo Investigativo di Monza e della Compagnia di Cassano D'Adda (MI), gli autori del reato, nel mese di agosto 2016, avevano concesso un prestito di 3.000 euro a un 32enne ecuadoregno residente a Pioltello, pretendendone la restituzione con interessi usurari di 400 euro mensili, nonché con una penale di 50 euro per ogni giorno di ritardo. La vittima era stata ripetutamente minacciata e persino caricata a bordo di un veicolo al cui interno era stata malmenata e seviziata allo scopo di ottenere il pagamento. Gli arrestati sono stati condotti presso il carcere di Opera (MI), dove rimangono a  disposizione dell’Autorità Giudiziaria. 
Redazione Web