“Arte: medicina spirituale”. Cascina Roma ospita la mostra del pittore Mike Ciafaloni

Secondo Ciafaloni arte e colore sono vere e proprie medicine. La teoria si fonda, più che su precisi modelli culturali, su una ricerca interiore condotta dall’artista su di sé. “L’albero della vita”, ad esempio, l’imponente pittura parietale realizzata per il Policlinico di San Donato, dona un tocco di colore al grigiore asettico della struttura sanitaria e solleva lo spirito dei pazienti. Arte come terapia. Pilastri di questa equivalenza sono i concetti di amore, arte e ragione, essenziali nella vita umana e terreno fertile per la maturazione di opere autentiche. «La via all’arte passa attraverso la compresenza di questi tre punti. L’opera priva di ragione e amore diventa inestetismo. Togliere la bellezza è quanto di più sbagliato possa fare un artista. La decadenza del bello è sinonimo di depressione». Ciafaloni rifiuta il “brutto” artistico, che tanta fortuna ha avuto nell’arte novecentesca, e si riallaccia a un filone che dall’antichità arriva fino a Boccioni, mettendo in scena l’interiorità, nei suoi lati positivi e negativi. Figure sognanti, violini e cavalli galoppanti affollano i suoi lavori, frammenti di un mondo vitale, nel quale l’esperienza del dolore non è che una stazione nel viaggio verso l’equilibrio psico-fisico.

Sara Marmifero