I cittadini non ci stanno e ricorrono al Tar

La scelta di ricorrere al TAR è dettata, a parere dei cittadini e delle forze politiche che sostengono l’iniziativa, da una mancata attenzione da parte dell’Amministrazione dei reali bisogni della cittadina milanese. I punti critici del ricorso riguardano l’investimento di fondi pubblici in un progetto che sarà difficilmente usufruibile dai cittadini che non lavorano per Eni: il piano di intervento prevede infatti la costruzione di un’area parcheggi sottostante agli uffici, di 42.000 metri quadri, concessa dall’Amministrazione e di cui manterrà la successiva gestione. Gli oneri della gestione saranno quindi a carico delle casse comunali ma il parcheggio ospiterà esclusivamente le auto dei dipendenti Eni. Altra criticità emerge dalla mancata realizzazione di zone verdi nel nuovo quartiere uffici: chi si aspettava più parchi in città verrà deluso perché le aree verdi che Eni ha concesso al Comune si trovano nella zona Monticello, inedificabile perché parte del Parco Agricolo e sotto il cono aereo di Linate. Ultima problematica, ma non per questo meno importante, è la disattesa speranza di un piano di mobilità sostenibile: la costruzione del nuovo palazzo uffici vedrà un afflusso quotidiano di circa 2000 macchine, a cui non corrisponderà alcun intervento utile a incentivare l’uso dei mezzi pubblici, quali treno o metropolitana, o della bicicletta, grazie alla realizzazione di nuove piste ciclabili. Grazie al sostegno ricevuto dalle forze del Pd e degli altri partiti di minoranza, attraverso l’allestimento di diversi banchetti informativi, i cittadini sandonatesi stanno raccogliendo in queste settimane adesioni e fondi a sostegno dell’azione legale intrapresa contro l’Amministrazione comunale.

Greta Montemaggi