San Donato, era scontento per i turni l'agente che ha ammazzato il suo superiore e poi si è suicidato|Gallery|

La città è sconvolta dalla tragedia, il Sindaco Checchi ha decretato tre giorni di lutto cittadino, attivato un supporto psicologico per i dipendenti comunali

Il Comando della Polizia Locale Sandonatese

Il Comando della Polizia Locale Sandonatese Nel riquadro in alto Massimo Iussa

Annullate anche le “Notti bianche” di via Libertà e via Di Vittorio

Tutta la città di San Donato è ancora profondamente scossa e incredula per la tragedia avvenuta nel pomeriggio di giovedì 29 giugno, in un luogo che dovrebbe essere simbolo di sicurezza e tutela, cioè il Comando della Polizia Locale ubicato nel palazzo comunale. Qui, infatti, si è consumato il tragico gesto dell’agente Massimo Schipa, 52enne sposato e con un figlio, che, estratta la pistola d’ordinanza, ha colpito al petto mortalmente il suo superiore, il vicecomandante 49enne Massimo Iussa, e poi ha rivolto l’arma contro se stesso, uccidendosi a sua volta con un colpo alla tempia. Sono da poco passate le 15.00 quando due scoppi rimbombano nell’aria e colgono di sorpresa tutti i dipendenti del Municipio, sito nel medesimo stabile del Comando dei vigili, in via Cesare Battisti. Ben presto, però, gli agenti si accorgono che i colpi di pistola provengono proprio dall’interno dei locali della loro sede operativa. Pochi istanti dopo il corpo di Iussa e quello di Schipa vengono trovati negli spogliatoi, riversi a terra in un lago di sangue ma ancora in vita. La macchina dei soccorsi si mette subito in moto e, mentre la centrale operativa del 118 invia in loco alcune ambulanze, in via Cesare Battisti si precipitano anche i carabinieri della Compagnia di San Donato, che avviano subito le indagini agli ordini del Comandante Antonio Ruotolo e dietro il coordinamento del pm di turno, Maria Vittoria Mazza. Schipa e Iussa vengono immediatamente trasportati in ospedale, l’uno presso il Policlinico di Milano e l’altro presso quello sandonatese, ma muoiono entrambe poco dopo il ricovero a causa della gravità delle ferite. Sin da subito i carabinieri orientano le loro teorie investigative verso la dinamica di un tragico omicidio-suicidio, ipotesi peraltro fortemente suffragata dalla posizione in cui sono stati rinvenuti i corpi e dalla traiettoria delle pallottole. Intanto le vie Cesare Battisti e Martiri di Cefalonia si trasformano in aree praticamente off-limits, con un continuo via vai di soccorritori, dipendenti comunali e cittadini increduli. Attorno alle 17.00 sia il Comune che i carabinieri confermano che l’agente e il suo superiore sono entrambi deceduti. A quel punto si fanno quindi largo il dolore e lo sgomento per una tragedia che pare inspiegabile.

Le indagini dei carabinieri proseguono senza sosta allo scopo di gettare piena luce sulle motivazioni che hanno spinto Schipa a macchiarsi di questo tragico omicidio-suicidio. In base alle prime ricostruzioni dell’accaduto, che paiono essere suffragate anche dalle testimonianze raccolte, sembra che ultimamente Massimo Schipa covasse una forte insoddisfazione e un desiderio di “cambiare aria”, tramutatisi gradualmente in rabbia cieca, tanto da spingerlo a premere due volte il grilletto. Pare che negli ultimi tempi l’agente 52enne di origini leccesi non sopportasse più i turni che gli venivano assegnati: aveva infatti già avanzato alcune richieste di trasferimento in altri corpi di Polizia Locale, ma ancora il suo proposito di andarsene non si era concretizzato. Secondo quanto riportato da “Il Corriere della Sera” nell’edizione on-line del 30 giugno, la moglie di Schipa ha raccontato ai carabinieri che al marito veniva chiesto di «fare sempre i servizi peggiori e non era un caso, non c’erano necessità di servizio (aspetto che, come riporta sempre “Il Corriere”, andrà accertato). Si lamentava molto, e non era sua abitudine, non era così di carattere». Nulla nel comportamento dell’agente, però, lasciava presagire la tragedia che si sarebbe consumata nel pomeriggio del 29 giugno. 

«Sono profondamente sconvolto dall’atroce tragedia che ha colpito la nostra città». Sono queste le prime parole del sindaco di San Donato, Andrea Checchi, che ha proclamato tre giorni di lutto cittadino. «Il primo pensiero, a titolo personale ma anche a nome della città e dei dipendenti dell’Ente, va alle famiglie sconvolte da quanto successo ieri. A loro, esprimo il più sentito cordoglio per la scomparsa di due persone che molti sandonatesi conoscevano e apprezzavano da anni». All’indomani della tragedia il primo cittadino ha convocato i dirigenti dell’Ente per fare il punto della situazione. Alla riunione straordinaria ha preso parte anche il Comandante della Polizia Locale, Guido Fabio Allais, rientrato immediatamente dall’estero dove si trovava in vacanza con la famiglia. Secondo quanto stabilito nel corso del summit, per l’intero weekend e fino alla giornata di lunedì 3 luglio, le bandiere del Comune saranno esposte a mezz’asta in segno di lutto. In aggiunta, è stata decisa la cancellazione delle Notti bianche previste in via Libertà per sabato 1 luglio e in via Di Vittorio sabato 8. «Questo – continua Andrea Checchi – è il momento del dolore, ma ritengo doveroso ribadire fin da subito la piena e totale fiducia nell’operato delle donne e degli uomini della nostra Polizia Locale. Siamo tutti disorientati da questa vicenda, che è una cosa molto più “grande” di noi. Anche per questo, abbiamo già intrapreso un’immediata attività di sostegno psicologico, non solo per gli agenti, ma per tutti i dipendenti dell’Ente, che faticano a rapportarsi con quanto successo».

«Sono sconvolta, ho perso un amico – si è sfogata tra le lacrime Ilaria Amè, assessore all’epoca della Giunta Dompè e amica di lunga data di Massimo Iussa -, perché il vicecomandante Massimo Iussa rappresentava meglio di chiunque altro la divisa che indossava». L’ex assessore ricorda un episodio di qualche anno fa che testimonia il coraggio e grande altruismo di Iussa: «Era un comandante leale, sempre disponibile: era lui quello che ha protetto tutti noi nel 2007 al mercato quando, per sedare una rissa, è stato colpito in testa da un catenaccio che l’ha tenuto in coma per qualche giorno. Abbiamo bisogno di sentirci Comunità oggi più che mai, abbiamo bisogno di calore e di sostenerci a vicenda, perché quando si perdono due vite umane è una sconfitta per noi tutti».

Grande cordoglio anche da parte di Cesare Mannucci, recentemente candidato sindaco per il Centrodestra sandonatese: «Porto il mio personale sgomento e il cordoglio dell'intera coalizione di centro-destra per il terribile fatto accaduto in Comune. Non conoscevo l'agente che ha fatto fuoco con la sua arma d'ordinanza contro il vicecomandante e che poi si è tolto la vita. In questa assurda tragedia io personalmente perdo l'amico di sempre Massimo Iussa con il quale ho condiviso parte del mio percorso professionale di giornalista sul territorio e anche di quello mio politico nella pubblica amministrazione. Mi unisco quindi al dolore delle due famiglie unitamente ai consiglieri comunali di Forza Italia e Lega Nord e dei rappresentanti politici dei tre partiti di centro destra».

Alessandro Garlaschi